La fine della bella epò

Ematocrito, eritropoietina: non si placano le polemiche sul caso Pantani e sul significato di esami e valori fino a pochi giorni fa sconosciuti ai più. Le spiegazioni del medico federale della nazionale di atletica leggera su un fenomeno che dietro l’ipocrisia di circostanza sembra coinvolgere il mondo dello sport fino ai livelli più alti

Innanzitutto, professore, cos’è il valore dell’ematocrito?

L’ematocrito è la parte corpuscolata del sangue: il sangue è composto da una parte liquida, il plasma, e una parte solida e corpuscolata che se uno la lasciasse depositare si accumulerebbe, il cui valore limite secondo le attuali regole è il famoso 50%. Ormai esistono macchine conta-globuli automatiche che registrano il numero e il volume dei globuli e da queste misurazioni si ricava l’ematocrito. Alcuni ritengono opportuno associare alle misurazioni anche il valore dell’emoglobina e dei reticolociti: certo con più dati le misurazioni sarebbero ancora più precise, ma comunque i dati prodotti da questo esame sono attendibili con percentuali di errore piuttosto basse.

Ma non è possibile che si registrino sbalzi improvvisi dovuti a fattori esterni?

Grossi sbalzi sono praticamente impossibili, a meno che non si eseguano prelievi al termine di una gara pesante come può essere una maratona: quando un atleta ha perso 3-4 litri di liquidi, il sangue è più concentrato, quindi l’ematocrito risulta più alto. Ma in genere questi prelievi si eseguono alla mattina, quando l’atleta ha avuto il tempo di idratarsi e raggiungere un assetto di equilibrio. Lo stress o la pressione invece non influenzano affatto questo tipo di esami. Ci può essere altresì una percentuale piuttosto bassa di persone, che ha valori intorno a 50, probabilmente non più del 3% di individui. Nel mondo dell’atletica succede all’1-2% degli atleti mentre il restante 95%, anche nelle specialità di resistenza, presenta valori al di sotto di 45-46 se maschi e al di sotto di 40 se donne.

E l’altitudine influenza l’ematocrito?

Solo se è un’altitudine di una certa entità (nell’ordine dei 2000 metri o più) e se l’atleta vi rimane per un certo periodo di tempo; ci sono studi scientifici che dimostrano come l’altitudine può aumentare anche del 10-15% il valore dell’emoglobina.

Probabilmente potrebbe essere allo stesso modo influenzato l’ematocrito: a una pressione barometrica più bassa, l’organismo tende a perdere liquidi e si registra, inoltre, un aumento globale del volume del sangue con una tendenza ad un aumento maggiore della parte corpuscolata rispetto a quella liquida. Ma si parla di permanenze in altitudine di almeno15-20 giorni.

Quali sono i valori di ematocrito di una persona adulta sana?

Il dato statistico medio di una persona adulta normale che svolge un’attività tranquilla è di 43-45. Se è una persona che svolge attività faticose, che portano a sudare molto e a consumare molto, la tendenza è a perdere ferro e quindi emoglobina e ad avere un ematocrito basso piuttosto che alto. Lo sforzo prolungato e l’allenamento, ad esempio nelle attività di resistenza, fa perdere ferro, attraverso la sudorazione, le microperdite intestinali o urinarie, e tende ad anemizzare. I maratoneti perciò hanno un ematocrito sotto la media e li facciamo allenare in altura per alzare un po’ l’emoglobina. In atletica chi ha 50 di ematocrito, o è così per costituzione, o è uno che ha normalmente 45/46 e rimane a lungo in altura, per cui il valore sale anche di 3/4 punti. Ma è un fenomeno temporaneo: dopo 3/4 giorni ritorna ai valori soliti.

Esistono altri sistemi per alzare il valore dell’ematocrito?

Dormire nelle camere ipobariche. Fisiologicamente è come essere in altura, sui 2mila-3mila metri.

E i medicinali?

Poi ci sono i medicinali, come la famosa eritropoietina sintetica che stimola la produzione di globuli rossi. In medicina si somministra a pazienti con insufficienza renale e perciò gravemente anemici.

I primi classificati al Giro avevano tutti valori di ematocrito superiori alla media…

Forse rientrano tutti in quella categoria di persone che hanno costituzionalmente valori superiori… In atletica, però, questi casi non arrivano al 3%. Come medico federale e responsabile nazionale della squadra italiana posso dire che valori così alti non ne ho mai rilevati.

Certo è un bel vantaggio: più globuli rossi, più ossigeno che arriva ai tessuti.

Nell’atletica esistono molte specialità che presuppongono le stesse capacità di resistenza richieste dal ciclismo: come mai maratoneti e fondisti non dovrebbero usare l’eritropoietina?

L’uso di sostanze anabolizzanti e di eritropoietina è costoso e in uno sport dilettantistico il rapporto costi/benefici non sarebbe conveniente. Ben Johnson, atleta squalificato a vita perché trovato due volte positivo per anabolizzanti, era certamente un atleta forte di base, tra i primi 10-15 atleti al mondo. Ci ha provato perché se non lo avessero scoperto avrebbe guadagnato qualcosa come 5-10 miliardi l’anno. A certi livelli perciò il doping diventa incontrollabile, altra cosa è negli sport dilettantistici o dove non ci sono in gioco miliardi.

Quanto costa l’eritropoietina (epo)?

Sul mercato ufficiale le fiale da 4000 unità costano 143mila lire l’una. E in Italia non è prescrivibile se non a pazienti che hanno una certificata insufficienza renale.

Ma non esistono sistemi certi per scoprire chi fa uso dell’epo?

Il professor Francesco Conconi è stato deputato dal Cio a studiare un metodo per scoprire l’eritropoietina, ma dopo anni di studi, non si è arrivati a un metodo di certezza. Anche perché l’eritropoietina sintetica oggi è identica al 99% a quella naturale, per cui è difficile da individuare nel sangue, figurarsi nelle urine.

Non c’è il rischio che questi studi possano servire all’intero sistema per mettere a punto metodi per doparsi aggirando i controlli?

Io questo non lo so. Ovviamente dipende dalla professionalità e dalla correttezza etica degli studiosi…

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