La dottrina lgbt come religione di Stato senza grazia né perdono

Non è più solo una questione di spot a un’ideologia cui occorre fare la genuflessione preventiva. Ora tutto questo, da dogma ideologico, sta diventando legge, norma, reato, punizione

Oggi inizia al Senato la discussione sul ddl Zan. Per l'occasione e in via eccezionale pubblichiamo l'editoriale del numero di luglio di Tempi, un numero dedicato alla “religione di Stato” lgbt. Attenzione, di norma gli articoli del mensile sono riservati agli abbonati. Per abbonarsi a Tempi, clicca qui.

E gli stadi arcobaleno, e i loghi delle squadre arcobaleno, e le fasce da capitano arcobaleno. E poi ancora: la pubblicità delle caramelle, la serie “pride” su Disney+, i corsi aziendali per insegnare il rispetto lgbt, le campagne di Ebay, Facebook, Google, Spotify, Tik Tok per l’inclusività. Ovunque ti giri c’è lo spot alla cultura gay e, fosse solo un caso di petulante propaganda, ci si potrebbe quasi arrendere, quasi sopportare con un po’ di spirito e ironia, cercare alternative, spazi e luoghi dove respirare aria diversa. Il problema è che non è solo così; perché se fosse solo così, in una società plurale come la nostra, si potrebbe provare a c...

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