La Colletta il giorno dopo, sistemando gli scatoloni in magazzino. “La carità è contagiosa”

A Ferrara dopo la Giornata della Colletta Alimentare, ritrovo per sistemare quel che è stato raccolto. L'arcivescovo: "Voi avete fatto il cristianesimo"

Un piatto (abbondante) di pasta col ragù dopo aver lavorato l’intera giornata in molti supermercati della provincia. Questo è quello che accade già da più di dieci anni in un magazzino di Ferrara, nella serata della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Sono facce stanche ma felici quelle dei volontari che si ritrovano per raccontarsi quello che è successo e per fare l’ultimo sforzo, scaricando gli scatoloni dai camion.

Bianca, studentessa di Medicina, ci tiene a raccontare cosa le è capitato: “Per via di alcune questioni sono arrivata in ritardo di una mezzoretta nel piccolo supermercato che mi era stato assegnato; la cosa sconvolgente è che di fianco al manifesto della colletta attaccato dai gestori del negozio c’erano già due sacchetti pieni, appoggiati per terra”. Colletta, quindi, come sinonimo di occasione: il gesto propone a tutti di riguardare il proprio bisogno, le proprie esigenze.

Uno stupore che ha accompagnato anche Giulia nel corso della giornata. “Anche i titolari del negozio dove mi trovavo si sono sentiti chiamati in causa: vedendoci intenti a fermare le persone per proporgli la colletta, hanno iniziato a chiederci, si sono interessati a quello che facevamo, tanto da regalarci un cotechino”. La neodottoranda non ha dubbi: “La carità è contagiosa”.

L’impatto è più forte per Gianpaolo e Chiara, studenti dell’Università Cattolica di Milano (scesi a Ferrara invitati da alcuni amici) che, proponendo il gesto della colletta alimentare a un signore di mezza età, si sono resi conto delle gravi conseguenze che la crisi economica sta portando nelle vite personali di molti. “Questo signore ci ha raccontato la sua difficile situazione – inizia Chiara – e del fatto che già da un po’ di tempo non ha più lavoro né riceve alcun tipo di sussidio economico”. “Stava usando i suoi ultimi soldi per una “spesa di emergenza” – riprende Gianpaolo – e noi non potevamo non proporgli di darci i suoi dati in modo da essere contattato dall’Associazione Banco Alimentare, in modo che il suo bisogno effettivo potesse essere almeno in parte soddisfatto”.

Storie semplici che testimoniano la portata di un evento che, anno dopo anno, continua a fare la stessa proposta (mai scontata o superata) a migliaia di persone. Con una promessa più grande, come ha ricordato ieri sera l’arcivescovo della diocesi di Ferrara-Comacchio Paolo Rabitti, in una breve visita al magazzino nel bel mezzo dello scarico dei pacchi: “Oggi siamo testimoni di un grande gesto di carità, la quale è una delle cose più importanti del Cristianesimo: possiamo dire quindi che oggi in tutti i supermercati voi avete fatto il cristianesimo”.

@giovanniferrar

 

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