Iscrizione figli all’asilo: anche Pesaro tutela le famiglie, danneggiate dalle “finte separazioni”

Anche Pesaro adotta delle contromisure per tutelare le famiglie, magari monoreddito, che si sono viste scavalcare nell'iscrizione dei figli all'asilo da coppie separate per finta.

Fingere di separarsi per guadagnare posti in graduatoria e riuscire a iscrivere i figli all’asilo. Sembra un’assurdità, ma succede. Tutta colpa dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) e di chi trucca la propria condizione reddituale e familiare per godere di accessi facilitati ai servizi per i figli. Nell’iscrizione dei bambini agli asili pubblici hanno la precedenza quelle famiglie dove un genitore non lavora, quelle che hanno più di un figlio e quelle che vivono in condizioni disagiate. Anche il reddito, calcolato sulla base del modello Isee, è importante. Si tiene conto di quattro differenti parametri per stabilire la ricchezza effettiva di un nucleo familiare: la somma dei redditi, il 20% del patrimonio mobiliare e di quello immobiliare, la composizione del nucleo famigliare.

STOP ALLE “FINTE SEPARAZIONI”. Il primo passo per impedire le “finte separazioni” è stato fatto a Firenze, che ha scelto di adottare un modello trasparente: per i genitori non coniugati, con residenze anagrafiche distinte, valgono le stesse regole vigenti per i soggetti coniugati: è necessario, cioè, presentare l’attestazione Isee di entrambi i genitori. L’idea è stata raccolta da Valentina Castaldini, consigliere comunale del Pdl a Bologna, che ha fatto approvare una delibera che obbliga a tenere conto dell’Isee di entrambi i genitori, anche se non sono sposati. A soffrire delle “finte separazioni”, infatti, erano le coppie sposate, magari monoreddito, che si ritrovavano svantaggiate ed escluse dalle graduatorie. Risultato? «Quest’anno, le coppie coniugate che mandano un bambino all’asilo nido sono aumentate del 10 per cento, sono state scoperte 200 finte ragazze madri e abbiamo recuperato 200 mila euro, con un potenziale di 600 mila nei prossimi anni» aveva raccontato a tempi.it Castaldini qualche mese fa, augurandosi che altre città prendessero misure analoghe.

ANCHE PESARO SI MUOVE. È successo a Pesaro, dove il consigliere comunale del Pdl Dario Andreolli ha avanzato la medesima proposta. «Ho letto del caso di Bologna e mi ha stupito – racconta a tempi.it – Mi sono chiesto se anche a Pesaro la situazione fosse simile e ho contattato Valentina Castaldini. Lei mi ha raccontato dell’iter legislativo e di come avessero raccolto i dati. E proprio ieri pomeriggio, dopo un confronto nelle commissioni competenti, è stato votata anche qui la delibera che ho proposto. All’unanimità». Non sarà più possibile ingannare le graduatorie fingendo di essere separati o con due domicili diversi. Andreolli è soddisfatto: «Credo che per una volta la politica e la rete di amministratori che si riconoscono in alcuni principi, abbia dato un esempio di buona pratica, nata dal confronto delle esperienze».

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