In Germania l’indice di fiducia è in crescita. «I tedeschi credono nella ripresa»

L'indice della fiducia in Germania è vistosamente cresciuto in gennaio. Qual è il significato economico e a cosa serve? Lo spiega il professore di statistica Luigi Santamaria

Le aspettative degli operatori sull’economia in Germania sono migliorate, sia per il presente sia per le prospettive di breve termine. Ne dà conferma l’indice Zew tedesco che a gennaio si è attestato a +31,5 punti, risalendo dai +6,9 punti di dicembre.
Qual è il significato economico di tale indice? È così importante per l’economia?
Il professor Luigi Santamaria insegna statistica a Milano in università Cattolica e per anni si è occupato di creare indicatori e modelli validi per l’economia, ricoprendo anche incarichi consulenziali e nei consigli di amministrazioni di diverse realtà finanziarie-creditizie.

Professore, quanto dobbiamo gioire del dato sulla fiducia della Germania?
È sicuramente un buon indicatore. È più importante un dato di questo tipo che tutti i modelli raffinati che tentano di rappresentare la realtà: i modelli servono per capirla, non per sostituirla. Pensi ai pasticci che si sono fatti in finanza a partire dala deformazione della realtà.

Anche questo indicatore è un valore parziale.
Sì, lo è, ma il significato è diverso perché dal punto di vista economico l’impatto è differente. Prima di tutto occorre valutare i soggetti che compiono le misurazioni e capire l’attendibilità del dato. Poi, l’indicatore sulla fiducia è in grado di dare dei segnali in grado di generare una sorta di volano, un’iniezione di positività al sistema. Nello specifico caso della Germania, si è registrato un buon segnale perché i dati macroeconomici iniziavano a rallentare. Ma se c’è fiducia vuol dire che i tedeschi credono in una ripresa.

Come funzionano queste rilevazioni?
Attraverso l’invio di questionari che contengono informazioni qualitative che, con adeguati metodi statistici, vengono tradotti in valori quantitativi. La cosa importante non è il dato in quanto tale, ma la comparabilità dei dati storici: il loro confronto nel tempo. I valori per essere significcativi devono mantenere un criterio di sistematicità.

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