La cancellazione dell’Imu si paga con l’aumento delle accise sulla benzina?

Secondo il Sole 24 Ore le risorse per garantire la cancellazione dell'Imu 2013 sulle prime case potrebbe essere finanziata con l'aumento delle accise statali sulla benzina.

Lo Stato con una mano dà ma con l’altra prende. È proprio il caso di dirlo. Già, perché, secondo quanto riferito oggi dal Sole 24 Ore, la bibbia dei professionisti, la cancellazione dell’Imu 2013 sulle prime case potrebbe essere finanziata con l’aumento delle accise statali sulla benzina. Sembra incredibile, ma secondo il quotidiano economico le cose starebbero in questi termini. Se la nefasta ipotesi dovesse essere confermata nel tardo pomeriggio di oggi dopo la riunione del Consiglio dei ministri, si tratterebbe della diciassettesima accisa sulla benzina, l’ottava nell’ultimo decennio; accise senza delle quali fare il pieno di carburante costerebbe solamente 76 centesimi di euro al litro. E non invece quasi 2 euro come purtroppo è.

CACCIA ALLE RISORSE. La cancellazione della prima rata di giugno dell’Imu – che potrebbe non riguardare i terreni agricoli – dovrebbe avere un costo pari a 2,4 miliardi di euro. Le risorse, spiega il Sole 24 Ore, «arriverebbero anche dall’aumento dei carburanti per 500 milioni nel 2013». Tra le opzioni esaminate per completare la copertura dovrebbe rientrare anche, oltre l’extragettito Iva derivante dall’anticipo di una nuova tranche di ritardati pagamenti della pubblica amministrazione, la risoluzione tramite sanatoria agevolata al 20/30 per cento del contenzioso tra gestori delle new slot e Corte dei Conti che porterebbe a una «definizione delle multe per 2,5 miliardi comminate alle società che gestiscono le new slot». Il tutto per complessivi 3/3,5 miliardi di euro.
Più difficile, invece, trovare le coperture per la rata Imu di dicembre sulla prima casa, che potrebbe andare in contro a una «cancellazione non per tutti: introducendo come discrimine il valore della rendita catastale ma prevedendo che chi sarà chiamato alla cassa vedrà dimezzarsi il saldo del 50 per cento, sempre in relazione al valore della rendita stessa».

PAGHEREMO PIÙ TASSE? «Sulla doppia operazione Imu, superamento acconto di giugno e congelamento a dicembre, aleggia lo spettro di una aumento dell’imposizione fiscale», avverte Dino Pesole sempre sul Sole 24 Ore. Non solo, infatti, il Consiglio dei ministri di oggi dovrà occuparsi anche «dell’individuazione di risorse comprensive anche per il rinvio a tutto il 2013 dell’aumento dell’Iva (che in caso contrario scatterà dal prossimo 1° ottobre), per l’ulteriore finanziamento della cassa integrazione in deroga e le missioni internazionali di pace. In sostanza un pacchetto complessivo da oltre 6 miliardi». Ma anche, «una volta archiviato (…) il nodo dell’Imu, occorrerà vigilare perché la nuova imposta (la service tax che dovrebbe sostituire l’Imu accorpandola ad altri balzelli come, per esempio, la Tares, ndr) non finisca per aggravare il prelievo fiscale».

APPRENSIONE TRA IMPRESE E PROFESSIONISTI. C’è apprensione, infine, tra imprenditori e liberi professionisti. Una delle ulteriori ipotesi, infatti, è quella di limitare il beneficio della deducibilità dei beni al 50 per cento e solo ai fini Ires e Irpef. Non sarà pertanto deducibile l’Irap. Accolte solo in parte le richieste di esenzione per capannoni non utilizzati e immobili invenduti.

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