Imu, a Milano rischiano la chiusura gli ultimi cinema storici «riducete la tassa come a Roma»

L'appello arriva dagli esercenti cinematografici, strangolati dalla nuova tassa. Sancassani (Mexico): «Non ho mai chiesto soldi e non voglio farlo ora. Ma il Comune deve intervenire»

Il 2012 è stato l’anno dell’Imu, la tanto odiata tassa sugli immobili che tutti gli italiani sono stati costretti a versare allo Stato a malincuore. Una tassa che ha messo in difficoltà le già precarie condizioni economiche di molti cittadini. A Milano c’è chi ha dovuto fare i conti con aumenti spaventosi: è la categoria degli esercenti cinematografici, piegati dalla nuova imposta.

AUMENTI SPAVENTOSI. Il paragone tra l’Ici pagata nel 2011 e l’Imu versata nel 2012 ben fotografa la situazione attuale dei cinema milanesi, già in sofferenza a causa del calo di spettatori. I cinema storici della città hanno dovuto affrontare rincari che vanno dal 131 per cento del cinema Arlecchino al 198 per cento dell’Arcobaleno, chiamato a versare quasi ventottomila euro annui di tassa sugli immobili. Una cifra impressionante che potrebbe portare a gravissime conseguenze. Per questo motivo l’Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo) ha chiesto al Comune di Milano di intervenire per aiutare la categoria degli esercenti riducendo l’aliquota dall’1,06 allo 0,76 per cento, come è già stato fatto dal Comune di Roma con una delibera del 22 novembre 2012. Anche a Bologna il Comune ha dato una mano alla cultura locale, scontando l’imposta del trenta per cento.

AIUTO. Ma il grido dei cinema storici della città è caduto nel vuoto. Le lettere inviate al Comune non hanno ricevuto risposta e la preoccupazione aumenta, specie tra le sale più piccole, il Mexico in primis. «Io sono un signore innamorato del suo mestiere, che fa un cinema indipendente. Non ho mai chiesto soldi a nessuno, meno che mai all’istituzione pubblica. Ma siamo a Milano, non nel Burundi: non si può fare come a Roma e Bologna?» ha dichiarato il proprietario del cinema di via Savona, Antonio Sancassani.  Negli ultimi anni il signor Sancassani e i suoi colleghi hanno visto chiudere moltissime sale in città e sperano di non essere costretti a subire la stessa sorte, dopo anni di cinghie tirate e sforzi al limite del possibile. Intanto le prime risposte sembrano arrivare. Matteo Forte, consigliere in quota Pdl, apre uno spiraglio per una discussione da proporre in giunta e Luca Gibillini (Sel) parla di atto dovuto. Si attende ora la mozione urgente della presidente della commissione cultura Paola Bocci, chiesta a gran voce da tutti i gruppi consiliari.

@paoladant

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