Ilva, ArcelorMittal lascia. «Capolavoro di incompetenza del governo»

I commenti di Carlo Costalli (Mcl) e Alessandro Banzato (Federacciai) all'annuncio di ArcelorMittal: «Su Taranto si sta per abbattere una bomba sociale»

ArcelorMittal ha annunciato l’intenzione di rescindere l’accordo di acquisto dell’Ilva e restituire l’azienda ai commissari straordinari. Alla base della decisione, che mette a rischio oltre 10 mila posti di lavoro, c’è l’eliminazione da parte del Parlamento della «protezione legale necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso», si legge in un comunicato.

Il gruppo incolpa anche i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto, che mettono a rischio lo spegnimento dell’altoforno numero 2. Uno stop che «renderebbe impossibile attuare il suo piano industriale e, in generale, eseguire il contratto». Il governo ha convocato immediatamente un incontro con l’azienda al Mise e il ministro Patuanelli ha assicurato che «il governo non consentirà la chiusura dell’Ilva».

«Sull’Ilva il disastro non avrebbe potuto essere più totale: è un vero capolavoro di incompetenza, quello che abbiamo davanti agli occhi», ha dichiarato a commento il presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), Carlo Costalli. Per Costalli si tratta di «una vera bomba sociale che si sta per abbattere sulla città di Taranto, e che si va a sommare all’emergenza ambientale e a quella per la salute pubblica dei cittadini. Da oggi anche con ricadute pesantissime sull’occupazione. Uno stato di cose inaccettabile, frutto di scelte politiche pavide e irresponsabili messe in campo non solo da questo governo, ma anche dai precedenti. Una sommatoria di incompetenze e di veti incrociati fra Parlamento e magistratura che alla fine ha generato i suoi annunciati disastrosi effetti. Una figura davvero poco edificante anche sul piano internazionale per il nostro Paese, incartato su stesso e incapace di concepire politiche di ampio respiro».

Anche il presidente di Federacciai, Alessandro Banzato, è intervenuto a caldo: «Dalla chiusura di Taranto discenderebbe un enorme problema industriale. Le conseguenze per la filiera sarebbero enormi, ma sarebbero pesanti anche per la siderurgia italiana nel suo complesso. Il mio auspicio è pertanto quello che si riapra velocemente il confronto e che questo possa portare ad una soluzione positiva che abbia come obiettivo condiviso il mantenimento della produzione siderurgica a Taranto».

Foto Ansa

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