Il Tyne-Wear Derby è la prova che serve a Di Canio

Si gioca più della salvezza il romano nella sfida di domenica tra Sunderland e Newcastle: una rivalità iniziata nel Seicento e che fonde storia, calcio e geografia.

«Quando ti scaldi i tifosi avversari hanno le vene che gli scoppiano sul collo. È come se tu avessi fatto qualcosa alla loro famiglia». Non c’è spiegazione più calzante per il Tyne-Wear derby di questa frase detta da Steven Taylor, terzino del Newcastle. Quella tra i Magpies e il Sunderland è una contrapposizione unica, una rivalità che ha tratti tutti suoi nel mettere contro due città che in linea d’aria distano meno di 15 miglia, ma che sono divise da un antagonismo ontologico, radicato nella storia secolare di questa regione e trasferitosi negli ultimi decenni sui campi da calcio. La data della gara, domenica 14 aprile, è circolettata sui calendari di tanti tifosi, ed è il primo grande appuntamento cui è atteso il nuovo tecnico dei Black Cats, Paolo Di Canio, sulla panchina biancorossa dal nemmeno due settimane.

NEGATIVO L’ESORDIO COL CHELSEA. Lo sa l’allenatore romano. I derby sono partite sempre a sé, che stuzzicano il cuore della gente più di qualsiasi altro match, vanno vinti punto e basta, senza fare ragionamenti e calcoli sulla classifica. Che certo non sorride al Sunderland, auto in panne nella difficile lotta per la salvezza. Hanno chiamato lui proprio per cercare di spingere la macchina fuori dalla palta, darle tranquillità nelle sette partite che rimanevano alla fine del campionato, cercando di fregarsene delle tante polemiche sulle sue visioni politiche.
L’esordio (negativo) col Chelsea ha spento solo in parte le critiche per le sue simpatie verso l’estrema destra, se è vero che la polizia di Newcastle userà il pugno duro coi tifosi di casa qualora dovessero sbeffeggiare l’ex allenatore dello Swindon all’ingresso in campo facendogli il saluto romano. Ma più che alla curva bianconera, Di Canio guarderà alla sua nuova gente, i tifosi dei Black Cats: una vittoria nel derby darebbe tre punti d’oro nella corsa salvezza, ma ancor di più aiuterebbe a tirare giù il muro di insofferenza che tanti supporters nutrono nei suoi confronti.

RAGIONI STORICHE E GEOGRAFICHE. Per spiegare il perché di questa rivalità serve attingere alla geografia, che vuole le due città tanto vicine lassù nel nord del Paese, quanto lontane da altri grandi centri calcistici come Leeds o Manchester, distanti centinaia di miglia e qualche ora di macchina.
Non c’è quindi la contiguità che altre squadre riescono ad avere per esempio a Londra, dove nella stessa famiglia puoi trovare tifosi di squadre diverse. Qui si cresce con in testa solo due colori: bianconero se sei nato sul Tyne, biancorosso se arrivi dalle sponde del Wear.
Anche perché a contrapporre le due città c’è una storia, iniziata nel Seicento, quando la guerra civile inglese del ’42 vedeva Newcastle stare coi Royalist, mentre Sunderland era roccaforte di Cromwell e dei suoi repubblicani. Un secolo dopo furono le ribellioni giacobite a mettere contro i due centri che, nella rivoluzione industriale dell’Ottocento, spostarono la competizione nei cantieri navali cittadini, rubandosi manovalanza e operai. Pochi decenni, e il calcio si diffuse, catalizzando così quell’antagonismo intorno al pallone.

RITARDO IN CLASSIFICA. Ecco spiegato perché per Di Canio conta entrare in campo a testa alta e vincere. La classifica non sorride ai Black Cats, distanti 6 punti dai rivali, che però solo vincendo sabato scorso col Fulham allo scadere sono riusciti a dare un bel colpo verso le zone tranquille della graduatoria. Si sentirà poi per gli uomini di Pardew l’impegno col Benfica in Europa League, da cui sono usciti schiaffeggiati dal Benfica. E mancherà poi Fabricio Coloccini, ex difensore del Milan, perno della linea arretrata bianconera.
Al romano spetterà cercare di scordarsi delle distanze in classifica e puntare tutto sull’aggressività, spingendo e attaccando come è nel suo dna. Così potrà fare sua la partita. E magari anche il cuore del tifo del Sunderland.

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@LeleMichela

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