Da lunedì 1° aprile l’Europa ha un nuovo record mondiale: in uno stato dell’Unione, l’Olanda, è entrata in vigore la prima legge che legalizza l’eutanasia e «permette ai medici di aiutare a morire i pazienti terminali che non avessero davanti a sé alcuna alternativa». Peccato per il centro sinistra italiano e per quello francese che con i ministri della sanità U. Veronesi e B. Kouchner avrebbero voluto essere i primi nella Ue a piantare la bandiera della “morte dolce”. In realtà il record non appartiene nemmeno al centro-sinistra, che governa a Rotterdam, ma a un tale Hitler, che governava a Berlino, allorché, il 1° settembre 1939 emanò il decreto per cui «alle persone incurabili si deve concedere una morte pietosa» (e si noti bene: tra il ’39 e il ’41 la legge non riguardò gli ebrei, ma 50mila malati tedeschi dichiarati “incurabili” dai medici dello Stato, che vennero così prontamente “eutanasizzati”). Sessant’anni dopo, l’Olanda annuncia nuovi e progressistici traguardi. Secondo un dispaccio Cnn infatti «gli anziani stanchi della vita dovrebbero avere il diritto di farla finita con una pillola, la rivoluzionaria proposta è del ministro della Sanità olandese che dice: “ci vorrebbe un test per stabilire che il desiderio di porre fine all’esistenza sia reale”». Stupendo. Volete che malati terminali e vecchietti non abbiano già addosso un certo imbarazzo per chi li deve accudire? Volete che leggi come quella olandese non servano a consigliare i più deboli a togliersi dai piedi in fretta per non pesare su parenti e ospedali? Dagli esperimenti sugli embrioni umani ai matrimoni gay. Non c’è che dire: l’Europa è all’avanguardia in fatto di manipolazione della vita. E questo perché? Perché nessuna civiltà può pretendere di avere la verità (tranne ovviamente quella di coloro che decretano per legge che non c’è verità). Ma se non esiste verità, che verità ha la denuncia della violenza o dei ragazzi che si impasticcano d’ecstasy? La morte è parte di una definizione della vita. Domanda: a quale definizione della vita ci sta introducendo l’odierna Europa a guida socialdemocratica?