Il mondo in una stanza

“Dopo l’11 settembre anche uno spazio per il dolore”

Il futuro dell’abitare è in una stanza d’albergo. È questo il diktat della sezione GrandHotelSalone presentata all’interno del Salone del Mobile di Milano. A dieci architetti famosi è stato chiesto di disegnare una stanza ideale per un una città del mondo tra Berlino, Hong Kong, Londra, Mexico City, Mosca, New York, Parigi, Roma, Sydney e Tokyo. Il risultato sono microcosmi-rifugio dalle connotazioni diverse. La stanza di Hong Kong interpretata da Matteo Thun è un recinto di canne di bambù all’interno del quale si riflette il mondo intero, ma anche l’intimità, il calore e il riposo. Quella di Gaetano Pesce per Mosca presenta una civiltà in transizione tra tradizione e modernità con matriosche-armadio e dipinti dorati, ma anche asciugamani in techno-gel e divani a forma di massaggiatore. La stanza di New York pensata da Toyo Ito è uno spazio creato per meditare sul dolore dell’11 settembre e caratterizzato dal colore bianco (segno di lutto per le civiltà orientali) e da un letto, uno spazio-lavoro e un’area-bagno a forma di cerchio (simbolo d’eternità).

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