Il gioco dell’OPA

Ufficio Reclame

Di questi tempi è di sollievo notare che non tutte le guerre sono sanguinose. Quella fra Olivetti e Telecom Italia, per esempio, si combatte con discreta eleganza dalle pagine dei quotidiani senza il benchè minimo spargimento di sangue. Solo fiumi di inchiostro. La storia è semplice, ma non è facile: Olivetti vuole comprare Telecom che non ci pensa nemmeno di vendersi al primo centralinista ingordo e parvenu. Così, dopo aver chiesto ai tedeschi una mano (al portafoglio), invita i suoi azionisti a “fare la cosa giusta”. Cioè a non fare nulla: tenersi strette le proprie azioni. Questo “gioco dell’Opa”, iniziato ufficialmente il 30 aprile con una massiccia campagna stampa, va in onda praticamente ogni giorno sulle principali testate nazionali. E, al contrario di ogni bel gioco (ancorchè bellicoso), non ha affatto l’aria di durare poco. Sarà un’estate calda anche sul fronte finanziario, dunque, in una battaglia combattuta all’ultimo asterisco. Intanto il gioco si fa duro e fra i duellanti nasce un tono di voce che più che al mercato finanziario sembra appartenere a quello di quartiere: “non svendete le vostre azioni… a guadagnarci sarete solo voi… i vostri investimenti faranno tre passi indietro… pensateci bene… ”. Insomma l’understatement tutto britannico che parla attraverso metafore e con molti peli sulla lingua, qui lascia spazio allo spirito mediterraneo dei protagonisti (con molto pelo sullo stomaco) che al linguaggio della Borsa preferisce quello della borsetta.

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