Il Dodo-calcio dell’asino e l’Ambra bifessa

Lettere

Caro direttore, Le invio un paginetta tratta da DODO, settimanale per bambini dell’Editoriale Giorgio Mondadori, del gennaio 1999: è un’altra (l’ennesina) dimostrazione che fin da piccoli ci fanno credere che la scuola non statale potrebbe avere molti optional, ma resta per bambini ricchi e antipatici, e quindi detestabile. E’ sempre più drammaticamente vero che chi ama la res publica avrà la mano mozzata. Cordiali Saluti Giorgio Giacchetti (Belluno) L’Editoriale Giorgio Mondadori è stata recentemente acquisita da un simpatico e agguerrito imprenditore, Urbano Cairo, già braccio destro del Cavalier Silvio Berlusconi. Osiamo sperare – giacché ci permetteremo di fargli pervenire la sua segnalazione caro lettore – che il dottor Cairo condivida con noi l’idea che pagine come questa, oltre che con la realtà e con l’intelligenza dei fatti, alla fine farà a pugni anche con le ragioni di impresa.


Domenica ho deciso di concludere la mia serata ascoltando un po’ di radio, così, giusto per rilassarmi. Erano circa le 23 e il mio stereo era sintonizzato sulla frequenza 102 e 500, cioè Rtl, la radio forse più ascoltata dai giovani (se non da tutti, da me di sicuro). Come ogni domenica sera si trasmetteva da una discoteca milanese, il Capriccio. In studio il conduttore, di cui non ricordo il nome, la mitica Ambra (che ormai ha rinnegato completamente i successi di Non è la Rai), Tamara Donà (conduttrice di Fuego, altro programma culto per un certo target di ragazzi trendy) ed un eminente sessuologo. Non avevo mai ascoltato la trasmissione, ma ho capito che ogni domenica sera tocca temi abbastanza scottanti, per un pubblico adulto e consapevole, certamente moderno.

Il tema della puntata di domenica era “L’ambiguità nel rapporto di coppia”. Un tema affrontato dai conduttori con una certa padronanza, ma i veri protagonisti erano indubbiamente gli ascoltatori che, telefonando, chiedevano consigli e raccontavano esperienze di vita. Tra le molte (quante) telefonate che si confrontavano sull’annoso quesito “bisessuale è bello?” una in particolare ha provocato una fervida reazione in studio. Un ragazzo spiegava la sua crisi nel momento in cui, dopo aver proposto alla sua ragazza un rapporto a tre (così, tanto per ridestare una sessualità assopita) questa aveva scoperto di preferire l’altra a lui: si era scoperta lesbica. Storia triste, indubbiamente da non risollevarsi. Eppure Ambra, il conduttore e l’eminente sessuologo hanno colto l’occasione per illuminare gli ascoltatori con “parole di saggezza infinita”. Il succo del discorso era che, purtroppo, alle soglie del 2000 la nostra società non riesce ancora a liberarsi da retrograde convenzioni, da modelli stereotipati, da parole senza valore quali uomo e donna: l’amore è amore, non esiste omosessualità, eterosessualità, bisessualità, solo sessualità. Non importa chi sia l’altro: l’altro di una sera, di cinque minuti o di una vita. L’importante è l’amore (leggi: il sesso).

Ma la nostra cultura, intrisa di moralismi di stampo cattolico, non riesce a distaccarsi da falsi modelli che ci spingono a pensare che, forse, le parole uomo e donna un valore ce l’hanno ancora. Nella stessa trasmissione, pochi istanti dopo, un povero ascoltatore con il vizio del fumo veniva “bonariamente corretto”: chi fuma avvelena anche te, digli di smettere.

Sandra Poletto, Torino Qualche sera fa era parecchie sere fa. Ci scusiamo del ritardo con cui la pubblichiamo cara Sandra. Ma lei capirà, è un continuum musicale questa storia di far frittelle della ragione, per cui “alle soglie del 2000 non importa chi sia l’altro o l’altra di una sera”. È così che, un po’ prendendoci per il basso ventre, un po’ tintinnadoci in faccia le manette, gli uni fanno gli affari mentre i riflettori sono puntati su piselli e piselle, gli altri ammanniscono il popolo con “Un medico in famiglia” o, purché respiri, con un’Ambra qualsiasi.

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