Il colore della poesia

Uno schizzo di colore che è poi un raggio di luce, forme serpeggianti che creano lo spazio senza definirlo, faccine stilizzate che occhieggiano enigmatiche tra un cerchio rosso e una girandola blu. È luce e colore. Gioia e libertà. La pittura di Joan Mirò (1893 – 1983) che, con la straordinaria incisività di un segno grafico funambolico, ha saputo inaugurare nuovi percorsi stilistici e linguaggi espressivi. Perché disegno e colore danno voce al sogno, traducono nel fantastico l’inconscio, rendendo visibile l’impressione di una ricca vita interiore. In omaggio al padre del surrealismo la Triennale Europea dell’Incisione di Pordenone, facendo seguito alle mostre dedicate alle incisioni e ai disegni dei maggiori artisti europei, manda in scena fino al 2 marzo una ricca selezione della produzione grafica di Mirò, grazie al sostegno e alla collaborazione della Provincia di Pordenone, dello Sprengel Museum di Hannover e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. «Il mio desiderio è di raggiungere un massimo di intensità con un minimo di mezzi». Così Mirò ha realizzato la sua visione poetica e fiabesca del mondo dove gioco e tragedia felicemente si intrecciano.

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