Il Belgio è in crisi perché ha abiurato la sua identità cattolica

La differenza linguistica e il fardello dello Stato sociale, iniquamente concentrato sulle spalle dei contribuenti fiamminghi, sono le cause prossime, ma non le ragioni di fondo della crisi istituzionale che è sotto gli occhi del mondo e per cui in 50 mila hanno protestato. Nel paese è andata perduta l’identità cattolica, abiurata a partire dal Sessantotto e questo porterà il Belgio all’estinzione

Non saranno 50 mila persone che manifestano sotto una parola d’ordine che nemmeno appartiene alle lingue che si parlano nel paese (“shame”, parola inglese che significa “vergogna”) a invertire il processo di disgregazione del Belgio, da sette mesi senza governo dopo le elezioni del giugno scorso. Che ha ragioni ben più profonde della mancanza di buona volontà dei suoi politici, fiamminghi e valloni.

Il Belgio è quel paese il cui parlamento, unico al mondo,
nell’aprile 2009 votò una mozione che, a fronte delle dichiarazioni critiche di Benedetto XVI sull’utilità del condom nella lotta contro l’Aids, sollecitava «l’esecutivo a condannare l’inaccettabile presa di posizione del Papa e presentare una protesta formale alla Santa Sede». Il testo passò con 95 voti a favore, 18 contrari e 7 astensioni. L’allora premier Van Rompuy, attuale presidente del Consiglio europeo, la votò soddisfatto perché le parole “pericolosa  e irresponsabile” erano state sostituite, come da lui richiesto, con “inaccettabile”. È anche l’unico paese al mondo dove, per condurre un’inchiesta giudiziaria contro ecclesiastici colpevoli di abusi sessuali, si sono profanate le tombe di arcivescovi e cardinali che hanno fatto la storia della nazione.

Il Belgio è anche lo Stato nato nel 1830 perché i cattolici delle province meridionali
dell’Olanda, sia fiamminghi che francofoni, non volevano essere governati da Guglielmo I d’Orange, calvinista. La Rivoluzione belga fu rivoluzione di popolo cattolico, borghesia e contadini uniti, che col sangue si guadagnarono l’indipendenza.

La differenza linguistica e il fardello dello Stato sociale,
iniquamente concentrato sulle spalle dei contribuenti fiamminghi, sono le cause prossime, ma non le ragioni di fondo della crisi istituzionale che è sotto gli occhi del mondo. Se il braccio di ferro sui confini di una circoscrizione elettorale da tre anni paralizza la vita politica nazionale e la regione francofona, un tempo culla dell’élite del paese, è diventata una palla al piede che drena 12 miliardi di euro all’anno di spesa sociale improduttiva dalle tasche dei contribuenti fiamminghi, è perché prima che questi conflitti emergessero qualcosa è andato perduto. Questo qualcosa è l’identità cattolica, abiurata a partire dal Sessantotto. È l’abiura della propria storia che porterà il Belgio all’estinzione.

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