Il 67 per cento degli americani non vuole la riforma sanitaria di Obama

Tra una settimana la Corte Suprema dovrà pronunciarsi sulla costituzionalità della riforma sanitaria varata a gennaio dal presidente degli Usa. Intanto, un sondaggio attesta che il dissenso dei cittadini per la politica di Obama è salito del 10 per cento in due mesi.

Tra sette giorni la Corte Suprema americana si dovrà pronunciare sulla costituzionalità della riforma sanitaria varata da Obama. Le perplessità sono molte e la decisione presa a gennaio dal presidente di obbligare tutti gli istituti, anche quelli religiosi, a pagare per la contraccezione e l’aborto dei loro dipendenti, pare si stia trasformando in un autogol.

In effetti, anche se Obama e la sinistra hanno parlato delle proteste contro il loro mandato come di un problema della Chiesa, contraria alla contraccezione, il mondo religioso americano e i candidati repubblicani hanno speso voce e forze per far comprendere ai cittadini americani che il mandato di gennaio è incostituzionale poiché nega l’obiezione di coscienza, tutelata dalla costituzione, e la libertà religiosa, su cui si fonda tutto l’impianto costituzionale del paese. Un messaggio che sembra essere passato con sufficiente efficacia.

Sono giunti ieri, infatti, i risultati del sondaggio Abc/Washington Post sul ObamaCare: il 67 per cento dei cittadini americani ritiene che la Corte Suprema debba abrogare la riforma sanitaria. In due mesi il dissenso è salito del 10 per cento, un risultato che dipende molto dal mandato di gennaio e preoccupa non poco la Casa Bianca, dato che arriva a una settimana dal pronunciamento di una Corte che non è ancora stata occupata pienamente dai fedeli di Obama. Molti dei giudici infatti sono stati eletti durante la presidenza Bush. Una bocciatura potrebbe essere un colpo duro per la campagna democratica, visto che la riforma della sanità sta diventando uno dei punti focali della corsa elettorale.

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