I beagle sono finalmente liberi. E ora possiamo pensare ai diritti dei carcerati?

Tutti a festeggiare la liberazione dei cani dall'allevamento di Green Hill. Bene. Ma quando iniziamo a batterci per le condizioni degli esseri umani nelle patrie galere?

Grande e sacrosanto clamore sulla liberazione dei beagle. Animalisti in festa. Ma nemmeno un decimo del medesimo clamore riesce a ottenere una civile battaglia per i diritti non di cani – che non ne hanno a meno che non si considerino anche i diritti delle zanzare e dei gamberetti – ma di decine di migliaia di esseri umani stipati nelle patrie galere.

Il che getta un’ombra più che sulle buone intenzioni degli animalisti – a meno che, appunto, non si mettano a cianciare di “diritti” degli animali – sulla capacità di critica dei responsabili dei media nostrani e delle forze politiche che, poco meno che esautorate da vere responsabilità di governo, potrebbero mettere mano a un’agenda di questioni civili e riguardanti il bene comune come quella dei diritti dei carcerati, delle obbrobriose condizioni delle celle e dell’uso da regime dittatoriale dell’istituto della carcerazione preventiva.

tratto da clandestinozoom.it

Exit mobile version