Hong Kong. «La popolazione non si fida più del governo»

Intervista a Benedict Chan, assistente universitario presso la Hong Kong Baptist University: «Il governo vuole licenziare o sospendere gli insegnanti che protestano»

Mentre l’attenzione mondiale è concentrata sull’epidemia di coronavirus, non si ferma a Hong Kong il movimento che chiede libertà, democrazia e giustizia per tutte le persone arrestate dalla polizia durante i mesi di protesta contro la legge sull’estradizione. Per capire la situazione, abbiamo intervistato Benedict Chan, assistente universitario presso il dipartimento di Religione e filosofia della Hong Kong Baptist University.

Professore, qual è la situazione?
Le proteste vanno avanti dallo scorso giugno, da quando è stata introdotta la modifica della cosiddetta “legge sull’estradizione” da parte del governo di Hong Kong. Le proteste durano da così tanto non solo perché la gente aveva paura che la legge sottomettesse i residenti e i visitatori di Hong Kong alla Cina continentale. È dal 2014, se non prima, che la popolazione di Hong Kong chiede democrazia e la Cina aveva anche promesso di concederla, ma poi non ha mantenuto la promessa e così nel 2014 c’è stato il movimento degli ombrelli. Quel movimento ha fallito, ma la lotta per la democrazia è rimasta. Purtroppo il governo ha deciso di usare la forza per fermare le proteste: le violenze della polizia e le limitazioni alla libertà personale imposte dal governo hanno rinfocolato le proteste

La protesta è entrata anche in università?
Ci sono stati alcuni gravi scontri tra la polizia e gli studenti nel mese di novembre. La Chinese University of Hong Kong e la Hong Kong Polytechnic University sono stati I due “campi di battaglia” più importanti, ma anche la Baptist University e altri atenei hanno avuto problemi in quel periodo. Oltre a questi conflitti, le università sono al centro degli scontri tra la gente e il governo. Questo perché abbiamo aspettative nei confronti degli studiosi e dei presidenti delle università, in quanto rappresentano la più alta conoscenza dell’umano (questo dovrebbe essere il vero significato di “torre d’avorio”, anche se di solito si utilizza l’espressione negativamente per significare che gli studiosi non sono con i piedi per terra!). In effetti, molti professori e studenti universitari stanno facendo del loro meglio per sostenere le proteste dicendo alla gente quali valori dovremmo mantenere. Naturalmente, questo significa che ci sono sempre attacchi da parte del governo e dei filogovernativi. La situazione è ancora in corso, quindi vedremo come andrà a finire. 

In università è rispettata la libertà di espressione?
Negli ultimi mesi ci sono state alcune situazioni inquietanti. Il ministro dell’Istruzione Kevin Yeung ha avvertito che gli insegnanti potrebbero essere sospesi se vengono arrestati o se si macchiano di incitamento all’odio sui social. Ci sono molti casi in cui gli insegnanti hanno pubblicato su Facebook dei messaggi antigovernativi o contro la polizia e poi sono stati indagati. Inoltre, il ministro ha anche avvertito che i presidi delle scuole potrebbero essere licenziati se sostengono gli insegnanti sotto inchiesta per le proteste. Oltre agli insegnanti, molti professionisti stanno affrontando difficoltà simili. Ad esempio, gli operatori sanitari hanno scioperato per sollecitare il governo a imporre la chiusura totale del confine cinese per arginare l’epidemia di coronavirus. E il governo sta pensando se licenziare alcuni di coloro che hanno partecipato alle proteste, nonostante lo sciopero sia un diritto protetto dalla mini Costituzione di Hong Kong.

Lei è autore del testo I Diritti umani internazionali sono universali? Dibattiti filosofici tra Oriente e Occidente sui diritti umani alla libertà e alla salute, recentemente pubblicato nel volume Metaphysics for Human Rights, ora in uscita in versione italiana per la Stamen Press. I diritti umani sono violati a Hong Kong?
Sì, ci sono molte violazioni dei diritti umani a Hong Kong in questi mesi. Di recente, infatti, gruppi internazionali in difesa dei diritti umani hanno scritto una lettera aperta alla presidente Carrie Lam esortando il suo governo a rispettare i suoi obblighi in materia di diritti umani. Il dibattito comunque è acceso: da un lato è vero che a Hong Kong vige la legge sui diritti umani e che il governo (almeno in passato) ha sempre sottolineato il rispetto dei diritti umani di tutti. Dall’altro lato alcuni sostengono che molti diritti umani sono di derivazione occidentale e poco universali. In particolare, il dibattito sulla democrazia (e sui diritti democratici) è in discussione. Questo è l’argomento principale del mio capitolo del libro Metafisica dei diritti umani.

Come sta rispondendo il governo di Hong Kong all’emergenza coronavirus?
I cittadini non si fidano del governo, soprattutto dopo che si è rifiutato di chiudere la frontiera e così ora abbiamo casi locali di coronavirus. Molti residenti non accettano che il governo progetti alcuni “centri di isolamento” vicino alle loro abitazioni. Ed è per questo che ci sono state così tante proteste. C’è tensione e sfiducia verso il governo.

Hong Kong è stretta tra le morsa di Oriente e Occidente. Quale futuro intravede per la città autonoma?
Anche se la situazione attuale di Hong Kong non è molto buona, a lungo termine sono certo che migliorerà. Sono ottimista perché giustizia, libertà e democrazia sono tutti valori universali. Anche se ora ci troviamo di fronte ad alcune difficoltà, alla fine la gente dovrà adottare questi valori. Speriamo che un giorno anche la Cina li riconosca.

Foto Ansa

Exit mobile version