Henry torna bambino con l’Arsenal (e ora il Milan trema)

Il campione dei Gunners segna la rete decisiva contro il Sunderland. Ora lascerà Londra, ma prima c'è la partita di Champions coi rossoneri. Tutti i risultati dell'ultima giornata di Premier League.

Un addio di quelli che sognerebbero tutti. Henry si congeda con la Premier League a modo suo, cioè guidando la sua Arsenal ad una bella vittoria: segna la rete decisiva, quella del 2-1, in casa del Sunderland, in un match tiratissimo e risolto solo a poche manciate di secondi dalla fine. È per lui una nuova consacrazione, la cigliegina sulla torta ad una carriera già straordinaria che lo ha visto protagonista assoluto proprio con la maglia dei Gunners. 176 i suoi gol con la maglia dei londinesi, e i tifosi del Milan devono sperare che questo dato resti invariato dato che ad Henry resta solo una partita da giocare in Europa, cioè quella di mercoledì sera in Champions League contro i rossoneri. Poi tornerà negli Stati Uniti, ai New York Red Bull, squadra per cui è tesserato: «Mi sento come un bambino che ha appena segnato il suo primo gol con la squadra che tifa», sono state le sue parole nel post-partita. «Se l’Arsenal un giorno dovesse aver bisogno di un aiuto, io ci sarò». Pur lasciando aperto quindi un piccolo spiraglio per un suo ritorno in Inghilterra, Henry deve lasciare i Gunners, proprio ora che la squadra pare abbia rialzato la testa dopo un inizio di 2012 a rilento. In virtù della vittoria di ieri sono saliti al quarto posto, affiancando il Chelsea, uscito malamente sconfitto 2-0 dalla sfida con l’Everton (reti di Pienaar e Stracqualursi).

Per quanto riguarda invece la vetta, non cambia nulla. Si era illuso lo United di riuscire a superare il City grazie alla vittoria di sabato pomeriggio contro il Liverpool, ma puntualmente i Citizens hanno risposto il giorno dopo vincendo in casa dell’Aston Villa. Il big match dell’Old Trafford ha visto le due squadre più titolate d’Inghilterra affrontarsi prevalentemente sul piano fisico, in una partita tesa e combattuta e abbastanza avara d’emozioni. Sicuramente, la mancata stretta di mano tra Evra e Suarez a inizio partita ha alzato ulteriormente la tensione: nel primo tempo le due squadre sembrano riuscire ad ingabbiarsi facilmente l’un l’altra. Ma a inizio secondo tempo Rooney è micidiale, e in meno di tre minuti fa 2-0. Tardi arriva il 2-1 proprio di Suarez, per un Liverpool che così vede allontanarsi i posti utili per l’accesso alla Champions League. Come detto però, il City risponde per le rime, e ieri pomeriggio non s’è fatto trovare impreparato: 1-0 al Villa Park, grazie alla rete di testa di Lescott su calcio d’angolo. La squadra di Mancini non sembra fare un grande gioco, ma col minimo sforzo riesce comunque a portare a casa tre punti utilissimi, dimostrando di avere la concretezza e la cattiveria che servono a chi vuole vincere un campionato difficile come la Premier.

Chi invece sembra proprio non annoiare è il Tottenham, sempre più terzo. In attesa di capire se Harry Redknapp siederà ancora a lungo sulla loro panchina, gli Spurs ne fanno 5 al Newcastle. Adebayor sembra Pirlo, e fa assist a tutti: nel primo tempo vanno in gol Assou-Ekotto, Kranjcar e due volte Saha. La difesa dei Magpies, più generosa di mamma Rai con gli ingaggi per Sanremo, nel secondo tempo incassa anche il quinto gol, proprio firmato da Adebayor. Gli Spurs gongolano: la loro squadra produce un gran gioco, forse il migliore della Premier, a detta di molti. Ma c’è qualche preoccupazione: chissà per quanto ancora vedranno Redknapp sulla loro panchina.

Nella lotta per non retrocedere si registrano invece due risultati clamorosi: sono i colpi esterni dell’ultimo della classe Wigan (2-1 sul campo del Bolton) e l’1-5 rifilato dal WBA al Wolverhampton. Ora i Wolves sono terz’ultimi, insieme a QPR e Blackburn a 21 punti. Anche per salvarsi, aspettiamoci una guerra fino all’ultimo match. 
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