Guerra in Libia: all’Italia il comando navale, incerta la guida politica – Rassegna stampa/2

Ieri a Misurata sono stati colpiti due ospedali dalle forze lealiste di Gheddafi: si contano 16 morti tra i civili. Gli ufficiali del rais mostrano corpi carbonizzati, vittime di bombardamenti della coalizione. La Nato ancora incerta sul controllo delle operazioni, intanto affida all’Italia il comando navale

Sesto giorno di guerra in Libia. Non si fermano gli scontri tra l’esercito di Muammar Gheddafi e i ribelli. A Misurata e Zintan le truppe del rais continuano ad attaccare i rivoltosi. “Ieri due ospedali di Misurata sono stati colpiti con razzi e proiettili di mortaio, cecchini gheddafiani hanno sparato su chiunque provasse ad uscire o entrare dagli edifici. […] Solo ieri a Misurata i morti fra i civili sono stati 16. In serata i jet della coalizione hanno bombardato una caserma a est di Tripoli. I comandanti alleati dicono che a questo punto le difese aeree gheddafiane sono state completamente distrutte, e che la sua aviazione non è più in grado di alzarsi in volo” (Repubblica, p. 10).

Ieri all’alba la coalizione ha sparato missili contro caserme e depositi attorno a Tajura, quartiere popolare di Tripoli. Alcuni ufficiali dell’esercito di Gheddafi hanno mostrato ai giornalisti presenti a Tripoli 18 corpi carbonizzati. Le vittime, secondo quanto riferito, sarebbero militari e civili rimasti uccisi nei bombardamenti.

La Nato non è ancora riuscita a trovare un accordo al suo interno per prendere il comando delle operazioni militari. “L’unica decisione che è ormai diventata operativa sotto il cappello dell’Alleanza atlantica è il blocco navale che dovrà garantire l’embargo dichiarato dalle Nazioni Unite e dall’Unione europea. L’operazione, battezzata Unified Protector sarà affidata al comando Nato di Napoli, guidato dal contrammiraglio Rinaldo Veri, e disporrà di una flotta assai potente” (Repubblica, p. 14). All’operazione partecipa in modo sostanzioso anche la marina turca, mentre la Germania ritira dal Mediterraneo tutte le navi che operavano sotto la bandiera Nato.

Rimane ancora in sospeso il problema della guida politica delle operazioni. Parigi continua a chiedere che sia esterna alla Nato, che a questo punto avrebbe solo un  ruolo di coordinamento militare.

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