Gli accordi. E l’arsenale

La pace è fatta, ma il governo di Belfast è sospeso. Tutto ora dipende dall’Ira

A partire dall’accordo del venerdì santo del ’97 e dalle elezioni del giugno successivo, incominciò un lungo processo caratterizzato da continui ripensamenti e interruzioni causate in larga misura dal rifiuto dell’Ira di restituire le armi. Comunque, dopo un anno e mezzo dalle elezioni del ’97, nel dicembre 1999 il governo di “condivisione del potere” guidato dal’unionista David Trimble è stato varato (3 cariche di governo per gli unionisti, 3 ai nazionalisti di Hume, 2 agli unionisti democratici di Ian Paisley e 2 al Sinn Fein). Ma il continuo rifiuto da parte dell’Ira di concedere almeno un segnale di disarmo, ha condotto, l’11 febbraio scorso, alla sospensione del governo. Ora il nuovo termine per la consegna delle armi è fissato per il 22 maggio, ma si aspetta da subito almeno un atto simbolico anche perché l’arsenale in possesso dell’Ira è tale che potrebbe bastare ad armare due battaglioni di fanteria. Ecco nel dettaglio, secondo le stime di Londra, la santabarbara dell’Ira: 2 tonnellate di esplosivo Semtex; 1.000 AK47 (kalashnikov provenienti dalla Libia); 29 mitragliatrici pesanti (anch’esse provenienti dalla Libia); 50 sniper (fucili di precisione da cecchini); 25 armi pesanti tra cui dei missili SAM; 40 mitragliette; 400 pistole; 1.500.000 proiettili (abbastanza da uccidere l’intera popolazione nord irlandese).

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