Giappone, Aiea: «Situazione nucleare molto grave». Italia non colpita dalla nube radioattiva

Secondo l'Agenzia internazionale per l'energia atomica la situazione nucleare della centrale di Fukushima resta «molto grave». E' però tornata l'energia elettrica in cinque reattori su sei e potrebbero ripartire i sistemi di raffreddamento. Esperta dell'Istituto di analisi ambientale: «L'Italia non è interessata dall'arrivo della nube radioattiva»

Dalla centrale nucleare di Fukushima 1 continuano a propagarsi radiazioni, ma non è chiaro da dove provengano: lo ha riferito un portavoce dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, James Lyons: «Dal sito della centrale constatiamo una continua emissione di radioattività, ma il problema è da dove abbia origine». Più in generale, l’Aiea ha manifestato profonda preoccupazione non soltanto perché nel complesso la situazione nell’impianto giapponese rimane «molto grave», ma anche per la carenza di «informazioni comprovate» da parte delle autorità nipponiche, che ne stanno fornendo soltanto una parte.

Uno degli esperti dell’agenzia Onu, Graham Andrew, ha lamentato in particolare l’incertezza sull’integrità del guscio del reattore numero 1. All’Aiea, ha aggiunto, mancano anche i dati relativi alle temperature delle vasche di contenimento per le barre di combustibile nucleare spento dello stesso reattore uno, del numero tre, considerato il più pericoloso, e del quattro: in quest’ultimo, ha sottolineato Andrews, non si sa nemmeno se vi sia acqua residua nella vasca.

Intanto, è stata parzialmente ripristinata l’energia elettrica nel reattore numero tre di Fukushima 1: le luci si sono in particolare riaccese nella sala di controllo del reattore, dal quale in mattinata era nuovamente fuoriuscito vapore contenente particelle radioattive, così come dal numero due. Il ritorno della corrente dovrebbe agevolare l’opera dei tecnici che stanno tentando di raffreddare le barre surriscaldate di combustibile nucleare: quelle custodite nel reattore tre sono considerate particolarmente pericolose in quanto costituite da una miscela di uranio e plutonio, in potenza volatile.

Il reattore n. 1 della centrale è stato collegato nella notte a una fonte di energia esterna. Sono così cinque su sei i reattori della centrale che hanno ora accesso all’energia: 1, 2, 3, 5 e 6. Il reattore n. 1, uno di quelli in cui si crede sia avvenuta una fusione parziale del nocciolo, potrà presto riattivare il sistema di raffreddamento. Lo tsunami seguito al sisma di 9 gradi della scala Richter ha danneggiato proprio il sistema di raffreddamento della centrale, causando varie esplosioni che hanno generato l’emissione esterna di materiale radioattivo.

«Per il momento l’Italia non è interessata dall’arrivo della nube radioattiva dal Giappone che pare abbia raggiunto solo le aree scandinave», lo ha detto Gelsomina Pappalardo, ricercatrice dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del Cnr e coordinatrice Progetto europeo Earlinet. «I modelli – spiega la scienziata – prevedono concentrazioni di radionuclidi, essenzialmente Xenon 133, veramente molto basse. Anche nello scenario peggiore i livelli di radiazione sarebbero troppo piccoli per preoccuparci». Il viaggio fatto dalla nube, infatti, è molto lungo per poter rappresentare una minaccia anche per l’Europa. «Non dobbiamo dimenticare – ha detto Pappalardo – che la nube ha attraversato prima il Pacifico, poi gli Stati Uniti e l’Atlantico prima di arrivare in Europa. La concentrazione di radionuclidi non può per questo che essere molto diluita. Certo, è difficile dirlo con certezza, considerate le poche informazioni che ci arrivano dalla sorgente, cioè dal Giappone. Neanche gli Usa, quando sono stati raggiunti dalla nube, hanno diffuso informazioni a riguardo».

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