Gheddafi cerca di riconquistare la Libia con i soldi e le bombe – Rassegna stampa/1

Ieri a Tripoli i bambini sono tornati a scuola e davanti alle banche si vedevano file interminabili di gente per ritirare i 500 dinari «una tantum» promessi dal governo a ogni cittadino. Allo stesso tempo, gli elicotteri attaccavano la radio di Misurata e i depositi di munizioni di Adjabiya e Rajma

Ieri Muammar Gheddafi si è lasciato intervistare seduto in un ristorante nel centro di Tripoli da cronisti della Abc, della Bbc e di altre testate.  A loro ha confermato, dopo che sono circolate voci su un possibile esilio, che «non me ne vado dal mio paese, chi mai lascerebbe la sua patria? In Libia tutto il popolo mi ama e sarebbe anche disposto a morire per proteggermi…».

“Intanto, gli insorti rispondono al cellulare da Zawiya, sono le sette di sera e per ora la battaglia laggiù si è placata: «Sì, confermiamo, le forze fedeli a Gheddafi ci hanno appena attaccato, erano circa duemila e hanno tentato di entrare per sgombrare la piazza dove siamo asserragliati da dieci giorni, ma per fortuna siamo ancora qui e non ci sono vittime»” (Corriere, p. 4).

Secondo il vescovo di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli, «Gheddafi non fuggirà. Se dovrà scegliere, sceglierà una fine da eroe per il suo popolo». “E il Raìs le sta provando tutte per recuperare il consenso perduto dei suoi oppositori. Così usa allo stesso tempo il pugno di ferro e il guanto di velluto. Ieri a Tripoli i bambini sono tornati a scuola e davanti alle banche si vedevano file interminabili di gente per ritirare i 500 dinari «una tantum» promessi dal governo a ogni cittadino. Segnali distensivi” (Corriere, p. 4).

Allo stesso tempo, “si alzavano gli elicotteri per attaccare la radio di Misurata […] e i Mig del governo volavano a distruggere i depositi di munizioni di Adjabiya e Rajma, nel territorio a est controllato dalle forze di opposizione. […] Secondo monsignor Martinelli la rivolta in Libia è cominciata perché «il governo non ha ascoltato le legittime richieste dei giovani, che non hanno lavoro né casa»., Altro che Al Qaeda. E così ieri la tv di Stato libica ha cominciato a diffondere un messaggio in cui si afferma che «i sostenitori di Gheddafi vogliono dialogare con gli oppositori»” (Corriere, p. 4).

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