Germania nel panico: perché la Russia di Putin non interferisce nelle nostre elezioni?

Come si dice maccartismo in tedesco? I politici teutonici si sono convinti che hacker russi proveranno a manipolare il risultato delle elezioni del 24 settembre e siccome tutto dice il contrario, i sospetti aumentano

Tra due settimane si terranno le elezioni federali in Germania e nei circoli intellettuali, così come lungo i corridoi delle stanze del potere, in tanti si domandano: perché la Russia non ha ancora cercato di interferire? È da un anno che il fantasma dell’hacker russo viene agitato da tutti gli schieramenti politici, convinti che Vladimir Putin abbia assoldato un esercito di manipolatori cibernetici per pilotare il voto a piacimento. E siccome non è ancora successo niente, il neo-maccartismo teutonico è andato in tilt.

IL FURTO DI DATI. Nel 2015 un attacco informatico ai computer del Parlamento tedesco ha permesso a ignoti di rubare 16 gigabyte di dati, tra cui milioni di e-mail. Il dito è stato puntato subito contro presunti hacker russi e anche se nessuno è mai stato in grado di dimostrare la veridicità delle accuse, i politici tedeschi si sono convinti che prima o poi qualche scandalo sarebbe stato portato alla luce prima delle elezioni usando quell’enorme mole di dati. Il fatto che per ora non sia accaduto nulla non fa che aggiungere nuovi inquietanti interrogativi.

«PERCHÉ MOSCA STA ASPETTANDO?». «Perché Mosca sta aspettando a fare le sue mosse? Non mi fa stare tranquillo», ha dichiarato al Washington Post Maksymilian Czuperski, direttore dell’Atlantic Council’s Digital Forensic Research Lab. La scorsa settimana alcuni addetti alla cybersicurezza in Germania hanno messo in guardia il governo da una possibile intromissione russa: potrebbero intervenire nel momento in cui ogni collegio elettorale, una volta raccolti i voti, invia i risultati all’amministrazione centrale via internet. Successivi controlli da parte dell’intelligence però non hanno riscontrato nessuna minaccia ma le voci non si sono spente.

NEANCHE UNA FAKE NEWS. Il Cremlino è accusato di avere facilitato in modo decisivo la vittoria di Donald Trump ai danni di Hillary Clinton negli Stati Uniti. Per il momento non è stata ancora prodotta nessuna prova decisiva del coinvolgimento del governo russo ma a Berlino temono che le stesse tattiche verranno usate nelle elezioni tedesche per favorire il partito di estrema destra (Afd). I sondaggi, inconsapevoli del pericolo, continuano ostinatamente a dire che il partito di Angela Merkel stravincerà le elezioni, surclassando sia Afd sia i socialdemocratici di Martin Schulz. Ma neanche questo ha sopito i sospetti.
«Non abbiamo trovato alcuna prova di cyberattacchi avvenuti o imminenti da parte della Russia», ha dichiarato Volker Wagner, a capo dell’Associazione tedesca per la sicurezza nell’industria e nel commercio, che collabora con gli 007 tedeschi. Anche l’ondata di temutissime “fake news” previste da tutti i giornali non si è vista. Perché, si sono chiesti tutti?

MACCARTISMO TEUTONICO. Qualcuno ha ipotizzato che la Germania sia più brava degli Stati Uniti a difendersi, altri hanno argomentato che siccome l’economia tedesca «è un vasto mercato per le aziende russe», il Cremlino non ha intenzione di «mordere la mano che gli dà da mangiare», altri ancora hanno affermato che il vantaggio della Merkel è così grande che gli hacker russi si sono scoraggiati, gli ultimi hanno infine sostenuto che nelle mail trafugate (e vale la pena ricordare ancora una volta che nessuno ha mai dimostrato che siano stati i russi), Mosca non ha trovato nulla di interessante perché i politici tedeschi sono integerrimi. A nessuno è venuto in mente che quella dell’intromissione degli hacker russi pagati dal Cremlino potrebbe essere la più grande delle fake news. Come si dice maccartismo in tedesco?

Foto Ansa/Ap

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