Gangster Squad, pallottole e violenza su Los Angeles

La Seconda guerra mondiale è ancora un evento ben presente nella mente di molti poliziotti di Los Angeles. È il 1949, la città cerca di rinascere ma droga, prostituzione e affari illeciti l’hanno trasformata in un covo di corruzione e malaffare. A guidare l’ondata di criminalità sulla città di angeli è Mickey Cohen, un ex pugile assetato di potere che ha eliminato i suoi avversari e corrotto la polizia così da compiere indisturbato i suoi affari. Ma il capo della polizia di Los Angeles, stanco dei soprusi di Cohen, decide di mettere in piedi una squadra speciale, guidata dal sergente John O’Mara, uomo leale, incorruttibile e dai modi poco ortodossi. O’Mara ha il compito di scegliere la squadra che con lui agirà nell’ombra per cercare di sconfiggere il gangster che ha in pugno la città.

BUONI E CATTIVI. Gangster Squad, in uscita il 21 febbraio, è un poliziesco incentrato sulla sempiterna lotta tra il bene e il male. Il cattivo Cohen, che ha le fattezze di Sean Penn, è un uomo che non ha alcuna pietà, a muoverlo è solo il “progresso”, che per lui fa rima con omicidi, prevaricazioni, morte di innocenti e corruzione. I soldi non gli bastano mai, le donne sono oggetti per il piacere usa e getta e i poliziotti sono gli uomini più facili da piegare alla sua volontà. La città di Los Angeles è diventata il suo specchio: cupa, notturna, con le luci dei locali che la illuminano di una luce superficiale, che le conferisce un aspetto quasi spettrale. Dentro la città si muovono i suoi avversari,  O’Mara (Josh Brolin), Jerry Wooters (Ryan Gosling) e la minuta banda che si oppone al crimine. La malavita si combatte con le sue stesse armi, pistole, sangue e violenza: questa sembra l’unica strada possibile da percorrere per liberare la città, che assiste inerme alle stragi che si consumano sulle sue strade.

PUPA E GANGSTER. Ruben Fleischer, dopo due film così così, ha finalmente l’occasione per confrontarsi con una mega produzione hollywoodiana. Il cast è imponente: oltre a Penn, Brolin e Gosling, ci sono Giovanni Ribisi, Robert Patrick, Nick Nolte e la bellissima Emma Stone, la pupa del gangster che cede al fascino del poliziotto Wooters. Con tutti questi talenti era difficile sbagliare, eppure la sensazione è che Gangster Squad sia un film riuscito solo a metà. L’ambientazione bellissima, la fotografia ispirata e i costumi dal fascino tipicamente anni Quaranta conferiscono alla pellicola un’aura da film classico, ma molte sono le pecche. Le relazioni umane tra i personaggi sono ridotte al minimo storico e a risentirne sono soprattutto i rapporti amorosi. La pupa Grace, divisa tra il desiderio di fare carriera con Cohen e l’amore per Jerry, ricorda la bellezza di Greta Garbo e Lauren Bacall, ma la sua aura da femme fatale si ferma all’involucro esteriore. Il suo amante Jerry è il personaggio forse più riuscito, grazie alla proverbiale faccia da angelo di Gosling che sa trasformarsi abilmente in un mascalzone. Non aiutano nemmeno alcune scelte registiche, come i ralenty ripetuti che avvicinano il film più a opere come Sin City che a cult come Gli intoccabili. Tuttavia la pellicola scorre serena per quasi due ore condita qui e là da qualche trovata originale inserita nei dialoghi, come un blockbuster dell’epoca moderna impone. Con una storia (vera) di questa caratura e con un cast da un milione di dollari ci si poteva aspettare un risultato degno di Nemico Pubblico di Michael Mann. Ma quella è un’altra storia.

@paoladant

Vale il prezzo del biglietto? Si, nel solo nome dell’evasione
Chi lo amerà? Gli estimatori dello schema pupa più gangster più pistole
A chi non piacerà? Agli esigenti

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