Formidabile Storace (lo direbbe anche Gad Lerner)

Mio figlio, 5° elementare, studia storia su un libro di testo dove non si fa menzione del patto Molotov-Ribbentrop tra Germania nazista e Urss comunista

Mio figlio, 5° elementare, studia storia su un libro di testo dove non si fa menzione del patto Molotov-Ribbentrop tra Germania nazista e Urss comunista. Secondo questo libro il patto di alleanza e di spartizione della Polonia semplicemente non esiste e dunque i sovietici, già nel 1939, vengono presentati sullo stesso piano degli americani, eroi e alleati del movimento antinazista”. Delazione di un ex fascista? No, confessione (raccolta da Tempi) dell’antifascista Gad Lerner. Ma la sinistra fa blocco e si ribella alla “nuova inquisizione”. Inquisizione? L’Italia è un paese che, da quando è governato dai buoni, se tu ti limiti a informare sulla scorta di fatti che, a cominciare dai libri di testo, nella scuola c’è qualcosa che non va, ottieni o il Grande Silenzio o il Grande Scandalo. Ma se dall’informazione passi alla provocazione politica, allora, forse, qualcosa succede. E’ il senso della magnifica iniziativa del neogovernatore del Lazio Francesco Storace che è entrato come un bulldozer nella questione libri di testo. Il comitato pro–Rutelli grida al lupo e schiera le sue penne montate a difesa dei Camera e Fabietti. Ma che scandalo è? Anche noi un anno fa, nel nostro piccolo, ricordavamo che non solo c’è la vecchia storia raccontata dai manuali scolastici usciti dai Comintern, ma che la “nuova”, prevista dai programmi berlingueriani, è già da buttare. Ci ricordava ad esempio la professoressa Serenella Carmo Feliciani che gli Istituti Professionali stanno già facendo da cavia per i nuovi orientamenti riguardo all’insegnamento della storia (in quanto Berlinguer con DM 3/1/97 ne ha già definito in ben 36 pagine i programmi ) e che il Ministero della P.I. Direzione Generale Istruzione Professionale ha pubblicato un grosso volume (dal significativo titolo: “Non è più la stessa storia”, distribuito agli insegnanti partecipanti a convegni e corsi di aggiornamento) in cui si spiega che nella cosiddetta nuova storia che si dovrà raccontare nella riformata scuola dei cicli dovrà scomparire l’idea elementare che ci sia un prima e un dopo, una cronologia. Secondo gli esperti berlingueriani la storia infatti “non punta all’apprendimento e alla memorizzazione di avvenimenti, ma a formare capacità di costruzione autonome di conoscenze del passato” (Guanci p.41). Perfetto, ma i conti non tornano: come si fa a “formare capacità di costruzioni autonome” se apprendimento e memorizzazione degli avvenimenti diventa un particolare secondario? Che significa che l’oggetto di studio è il “fatto storiografico”, non il “fatto storico” (Mattozzi, p.48 v. inserto 2), non i personaggi, le date, i fatti, ma i “modelli”, le “strutture”, le “mappe”, gli “sfondi integratori”, le “bacheche in cui andiamo a collocare i fatti” (Brusa p.75)? Nel I anno, dovendo coprire dalla preistoria al 1700, il programma riguarda grandi schemi teorici di “permanenze strutturali” di lunga durata. Ma come si possono comprendere le “Organizzazioni politiche e giuridiche” dall’Antichità al Medioevo prescindendo dai fatti, a 15 anni? Secondo Brusa (p.61) “la premessa che in Italia ha sempre impedito di ragionare è che se non si segue la cronologia allora è la morte della storia”. Ci piacerebbe sapere come fa a vivere la Storia prescindendo dalla cronologia. A meno di ritenere irrilevante la cronologia di Tangentopoli, irrilevante che i nostri figli sappiano che Di Pietro è venuto prima e non dopo il governo Prodi, irrilevante sapere che Dc e Psi (e Bettino Craxi) sono morti come sono morti. E come faranno a sapere i posteri, senza avere a portata di mano una cronologia degli anni ’90, chi è Giuliano Amato: il delfino di Bettino Craxi o il vice di D’Alema?

Ps: tutte le citazioni sono tratte da: Ministero della Pubblica Istruzione. Direzione Generale Istruzione Professionale, “Non è più la stessa storia”, Modena, 1999).

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