Fondo Nasko, lettera di Paola Bonzi e nota di Regione Lombardia

Riceviamo e pubblichiamo due lettere. La prima di Paola Bonzi (Cav Mangiagalli), la seconda dell'assessorato alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia

Riceviamo e pubblichiamo due lettere. La prima di Paola Bonzi (Cav Mangiagalli), la seconda dell’Assessorato alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale della regione Lombardia

Per chiarezza e per amore di verità, vorrei poter scrivere due dati in merito al Fondo Nasko:
1) Fondo Nasko si chiama così non perché è stato pensato come un aiuto generico alla maternità difficile, ma per distrarre dall’aborto volontario le donne che vi avrebbero avuto accesso perché in grave situazione economica; tanto è vero questo che si poteva erogare solo entro i primi 90 giorni di gravidanza e con dichiarazione della volontà di interromperla.
2) Fondo Nasko è stato più volte finanziato essendo partito con 5 milioni di euro nell’ottobre 2010, ai quali si sono aggiunti  5 milioni a luglio 2011 e 3 milioni ad aprile 2012.
3) Per proporre una reale scelta alla donna convinta di abortire era stata pensata una erogazione mensile di 250 euro, anche durante la gravidanza, perché decidendo di far nascere il proprio figlio avrebbe probabilmente perso il padre del bambino, titolare dell’affitto della casa in cui viveva, il lavoro, spesso troppo pesante per una donna gravida… Questi 250 euro sono stati spesso integrati dal Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli proprio per garantire la sopravvivenza soprattutto durante la gravidanza.
4) Ciò dimostra che con 13 milioni, e non 20 come asserisce l’assessore, dal 2010 ad oggi 3386 donne hanno rinunciato all’aborto volontario. In questo loro percorso le donne hanno usufruito dell’integrazione economica, dei beni materiali, e dell’accompagnamento erogati da altri enti, per esempio dal nostro Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli.
5) Risulta quindi evidente che già la somma di 250 euro non è sufficiente per proporre una soluzione di vita, figuriamoci 100 euro mensili!
Sia mercoledì 14, sia giovedì 15, sia venerdì 16, il nostro servizio ha promesso a tre donne pronte ad interrompere la gravidanza una cifra sostitutiva del “vecchio” Fondo Nasko, e questi bambini nasceranno. Fino a quando potremo supplire questi aiuti? Certamente solo ancora per pochi giorni. E che fine faranno i bambini delle altre donne? Perché il problema vero non è l’aiuto a pioggia alle madri in difficoltà, ma la possibilità di offrire una soluzione minima per poter continuare a vivere e a far nascere il proprio figlio.
Paola Bonzi

Nota dell’Assessorato alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale
In riferimento alla lettera inviata alla vostra testata dal direttore del CAV Mangiagalli, si evidenziano alcune inesattezze che crediamo sia opportuno chiarire e correggere. Il finanziamento totale di Regione Lombardia al Fondo Nasko ammonta a 20 milioni di euro, non a 13 come afferma la lettera, di cui 15 milioni sono stati destinati per il triennio 2010/2012 e altri 5 milioni per il prossimo anno. Un stanziamento significativo a fronte dei tagli effettuati a livello nazionale che hanno colpiti duramente il settore sociale.
Sul fronte delle nuove direttive per il 2013, invece, non si passa da 250 euro mensili per donna a 100, ma da 4.500 euro a 3.000 euro per l’intero progetto di 18 mesi. Non avendo quindi modificato il finanziamento complessivo, il risultato è quello di aumentare il numero di donne assistite, passando da 1.000 a 1.600. Lo specifico delle mensilità, invece, non è ancora stato deciso e la scelta finale avverrà solamente dopo il confronto con tutti gli attori coinvolti a partire proprio dai Consultori e dai Cav. Inoltre è importante ricordare che è già allo studio il modo di aprire il Fondo alla partecipazione di risorse private.

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