Folli sul vertice Italia-Francia: «Non era alla pari, ha vinto Sarkozy»

Stefano Folli, editorialista del Sole 24 Ore, giudica in modo negativo il vertice di ieri tra i due paesi: «Questi vertici servono per mandare un messaggio all'opinione pubblica e solo Sarkozy ne ha mandato uno forte. L'unica cosa che abbiamo ottenuto è l'appoggio della candidatura di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea»

«Tra Italia e Francia ci rimettiamo noi». Così Stefano Folli, editorialista del Sole 24 Ore, commenta a Tempi i risultati del vertice di ieri tra Italia e Francia, culminato con l’incontro tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy.

I giornali sono abbastanza uniformi nel loro verdetto al termine dell’incontro tra Berlusconi e Sarkozy: la Francia prevale nettamente sull’Italia. E’ d’accordo?
Anche a me è sembrato così. Questo vertice è servito molto all’immagine di Sarkozy e molto meno a quella di Berlusconi. Anche sulla scelta sofferta e difficile di bombardare in Libia, il governo non si è dimostrato unito, la polemica della Lega toglie molta credibilità alla sua azione.

Se abbiamo ceduto sulla Libia, abbiamo guadagnato sul fronte immigrazione?

La frase di Berlusconi in cui ammetteva che la Francia accoglie ogni anno 50 mila immigrati rispetto ai 10 mila dell’Italia, cifra tra l’altro vera, sembrava detta proprio per far imbestialire la Lega. Rivedere il trattato di Schengen, invece, può essere un’operazione molto complessa, un obiettivo ambizioso, ma dubito che ci siano le condizioni per farlo. Bisogna vedere i fatti e non le dichiarazioni. Questi vertici servono per mandare un messaggio all’opinione pubblica e solo Sarkozy ne ha mandato uno forte.

Durante la conferenza stampa Berlusconi, criticatissimo, ha spiegato che il nucleare è stato bloccato per boicottare il referendum.

Ecco, annunciare così le motivazioni del nucleare, che è stato fatto solo per tranquillizzare i francesi, mi è sembrato un altro segno che l’incontro non è stato alla pari.

Non abbiamo ottenuto proprio niente?

Sì, la Francia appoggia esplicitamente la candidatura di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea. E’ questo per noi l’elemento positivo.

Tornando alla Libia, non c’era più spazio per il dialogo come invocato dal Papa o dal vicario apostolico di Tripoli?
Non ho visto un gran dialogo in corso. Si può essere contrari all’intervento militare ma quello che io non capisco è la linea contraddittoria del governo: siamo partiti sperando che Gheddafi contenesse la rivolta, poi abbiamo osteggiato la Francia per la sua linea interventista ma senza schiacciarci sulla posizione tedesca. Siamo rimasti a metà del guado e quando abbiamo visto che questa posizione non dava risultati abbiamo ceduto alla Nato e agli Usa. In tutto questo Berlusconi poteva evitare di dire che non avremmo mai bombardato perché ex potenza coloniale per poi smentirsi una settimana dopo.

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