Foa (Giornale): «La coalizione sta violando il mandato dell’Onu» – Rassegna stampa/2

Marcello Foa legge per Tempi la situazione della guerra in Libia: «La Francia vuole buttare giù Gheddafi per motivi politici, geostrategici ed economici. Ma questo non rispecchia il mandato dell'Onu. Gheddafi non cadrà con qualche bomba, la storia lo insegna. Prima di parlare di trattative dobbiamo rispondere a domande molto precise»

Marcello Foa, responsabile del Giornale.it, analizza per Tempi l’evoluzione della guerra in Libia: «La Francia più che proteggere i civili, come da risoluzione dell’Onu, vuole buttare giù Gheddafi per motivi politici, geostrategici ed economici. La storia, con Saddam Hussein e Milosevic, ci insegna che Gheddafi non cadrà con qualche bomba, ci vorrebbe una rivoluzione interna. Per trattare bisogna sapere cosa vogliamo per il dopo Gheddafi e se possiamo raggiungerlo davvero».

Italia e Usa hanno chiesto che la guida delle operazioni militari in Libia passi alla Nato. La Francia continua ad agire da sola. Che cosa sta succedendo tra i paesi della coalizione internazionale?

Paghiamo il prezzo della fretta tardiva di Sarkozy. La guerra bisognava farla prima, innanzitutto. Ad un certo punto la Francia ha imposto l’intervento agli alleati ma non ha coordinato bene le operazioni.

Si sono levate diverse voci, tra cui quella di Luigi Geninazzi di Avvenire a tempi.it, secondo cui il vero obiettivo della missione non sarebbe quello di proteggere i civili, come sancito dall’Onu, ma buttare giù Gheddafi.

Lo scopo effettivamente sembra essere proprio questo, che però è illusorio perché per far cadere Gheddafi ci vuole un colpo di Stato interno alla Libia, non esterno. Saddam Hussein e Milosevic, nonostante i bombardamenti e la no-fly zone, sono rimasti al potere per anni. La storia ci insegna che questa tattica non funziona e non funzionerà neanche con Gheddafi. Di fatto, si sta violando il mandato dell’Onu. Io mi chiedo: la Francia sa forse come rovesciare Gheddafi?

Perché la Francia e il suo presidente Sarkozy stanno cercando di forzare la mano?

Ci sono tre motivi. Il primo è politico: Sarkozy ha bisogno di ribaltare i sondaggi, che lo vedono in svantaggio, per essere rieletto nel 2012. Il secondo è geostrategico: la Francia ha forti interessi in Nord Africa e le rivolte li danneggiano. La Francia è rimasta alla vecchia politica: appoggiare i dittatori. Adesso gli Usa hanno cambiato e hanno cominciato a sostenere le rivolte popolari, quindi anche Sarkozy cerca di ricollocarsi in questo senso. Vuole far vedere che anche la Francia appoggia le rivolte, addirittura intervenendo in modo militare. Il terzo motivo è economico e va tutto a danno dell’Italia che, si sa, ha forti interessi in Libia a livello di trattati e contratti. L’impressione è che la Francia si voglia sostituire a noi in quei contratti.

Come dovrebbe muoversi l’Italia a questo punto?

Siamo stati colti di sorpresa e siamo in una situazione molto delicata. Berlusconi non poteva dire di no alla Francia, perché il messaggio sarebbe stato: il governo appoggia Gheddafi. L’Italia però non può adesso perdere la Libia per sempre. Bisogna arginare la Francia e consegnare le operazioni alla Nato, cosa che desiderano anche gli Stati Uniti, che non vogliono questa guerra.

Se Muammar Gheddafi cessasse il fuoco, ci potrebbero essere i margini per trattare?
Ho seri dubbi. Il primo è: Gheddafi può accettare una trattativa? Non penso. E poi: che cosa vogliamo noi dalla trattativa? Che cosa speriamo per un eventuale dopo Gheddafi? Per sostituire il rais ci vorrebbe una forte opposizione appoggiata dal popolo. Ma in Libia non c’è. Si rischia o di spalancare il paese al fondamentalismo islamico oppure di portarlo a una divisione. E’ meglio una Libia stabile con Gheddafi o instabile con una presunta democrazia? Prima di parlare di dialogo e trattative, bisogna porsi queste domande e rispondere in modo chiaro.

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