Foa (Giornale): «Gli Usa hanno pilotato le rivolte in Egitto e Tunisia. Gheddafi si formerà un feudo» – Rassegna stampa/2

Marcello Foa legge per Tempi le notizie più importanti di oggi: «Le sanzioni sono importanti perché mettono Gheddafi sotto pressione. Il rais potrebbe essere abbattuto da un intervento militare dell'Occidente. Gli Usa hanno pilotato le rivolte in Egitto e Tunisia, ma a Tunisi potrebbero prendere il potere i fondamentalisti»

Marcello Foa, responsabile del Giornale.it, ha selezionato per Tempi le notizie più interessanti della giornata: «Le sanzioni hanno valore simbolico ma sono importanti perché mettono Gheddafi ancora più sotto pressione. Penso che il rais cercherà di crearsi un feudo, che però potrebbe essere abbattuto da un intervento militare dell’Occidente, come ha suggerito Frattini. In Egitto e Tunisia le rivolte sono state pilotate dagli Usa, ma a Tunisi qualcosa è sfuggito di mano e potrebbero prendere il potere i fondamentalisti».

L’Onu ha approvato all’unanimità le sanzioni contro la Libia e il regime di Muammar Gheddafi. Che valore hanno, saranno efficaci?

Hanno un valore più simbolico che reale, perché non potranno avere effetti a breve termine. Però sono importanti, perché in questo modo la comunità internazionale si fa sentire e lancia un messaggio chiaro: non vogliamo più Gheddafi.

Qual è adesso la situazione in Libia. Gheddafi è prossimo a cadere?

Il Colonnello è sotto pressione, in questo anche il discorso di Obama ha giocato la sua parte. La situazione ancora non è chiara ma è certo che l’esercito ha un ruolo decisivo. Se le rivolte fossero state solo di manifestanti, Gheddafi avrebbe già vinto da tempo grazie alla repressione. In questo caso, però, una parte dell’esercito è passata contro il Colonnello e lancia un’offensiva che è anche militare. Io credo che il rais libico cercherà di resistere ancora qualche giorno per crearsi un feudo. Storicamente, però, questa soluzione è destinata a fallire. Già ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini ha parlato di un possibile intervento militare occidentale. Ancora non c’è niente di ufficiale ma proprio l’Occidente potrebbe dare la spallata finale.

Ieri, in Tunsia, il premier ad interim Mohammed Ghannouchi ha rassegnato le dimissioni. Al suo posto è stato nominato Beji Caid Sebsi, ex ministro degli Esteri durante il governo del presidente Bourghiba. Tunisi sembra ripiombata nel caos.

A Tunisi la rivolta è stata pilotata come in Egitto. Per dire questo mi baso su documenti: già nel 2008 gli Stati Uniti hanno cominciato a preparare la rivolta con gli oppositori tunisini del regime. A metà 2010 Obama, grazie alle informazioni fornite dall’intelligence, si è reso conto che in Egitto e in Tunisia i regimi stavano per subire scossoni. Gli Usa hanno capito che le rivolte, se non avessero fatto nulla, sarebbero scoppiate comunque e quindi le hanno appoggiate dopo aver stretto legami con gli eserciti dei due paesi. Una volta accesa la miccia, hanno incoraggiato le proteste. Sia in Egitto che in Tunisia l’esercito, che prima era garante dei regimi totalitari, adesso è garante della democrazia. Ma le proteste che continuano in Tunisia mostrano che qualcosa è sfuggito di mano, e il potere potrebbe davvero essere preso in mano dai fondamentalisti.

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