Essere “personalmente” contrari al matrimonio gay (ma poi accettarlo) è un sofisma

Su Avvenire il professore Francesco D'Agostino attacca il ragionamento di Adriano Sofri a proposito dei matrimoni omosessuali: «La legalizzazione del matrimonio gay non si riduce alla tutela di un "privato" interesse di coppia»

Oggi l’editoriale di Avvenire (“Matrimonio & sofismi”) è dedicato alla querelle scoppiata in seguito al dibattito nel Pd sui diritti delle coppie omosessuali. Intervenendo sull’argomento, il professore Francesco D’Agostino scrive che «bisogna tornare a smascherare una volta per tutte» il «sofisma» enunciato da Adriano Sofri su Repubblica ieri. In sostanza, aveva scritto Sofri, si può essere personalmente contrari al matrimonio omosessuale, ma – al tempo stesso – essere favorevoli a che qualcuno contragga un matrimonio con una persona del suo stesso sesso.

«Dov’è il sofisma? – scrive D’Agostino – Nel dare per scontato (mentre non lo è affatto) che la questione del matrimonio omosessuale si debba ridurre a un’opzione di tipo “personale”, legittima quando coinvolge un soggetto e le sue personalissime scelte, ma illegittima quando verrebbe a coinvolgere altri soggetti. È un sofisma analogo a quello che usano gli abortisti: “Le donne che non vogliono abortire non lo facciano, ma non possono impedire alle altre donne l’aborto volontario”. Affermazione ragionevole, se l’aborto fosse riducibile a una scelta privata e personalissima. L’aborto però è irriducibile a una scelta privata, perché mette in gioco non solo gli interessi di una madre, ma anche e soprattutto la vita di una terza persona, il figlio. Analogamente, la legalizzazione del matrimonio gay non si riduce alla tutela di un “privato” interesse di coppia, per la sola ragione che il matrimonio ha una valenza pubblica e mette in gioco interessi sociali di carattere generale».

Posizione oggi difficile da sostenere? Certamente. E anche D’Agostino rileva come ormai il mainstream va nella direzione opposta: «I tempi mutano, si dice, e perfino il presidente degli Stati Uniti d’America. Barack Obama, è favorevole al matrimonio gay!». Vero, tuttavia «tutti gli argomenti portati a favore del matrimonio gay (in sintesi: la tutela dei diritti delle coppie omosessuali) sono fragilissimi, per due ragioni. La prima è che la tutela giuridica del matrimonio ha la sua unica ragion d’essere nella sua “naturale” funzione generativa, preclusa, sempre per ragioni “naturali”, alle coppie gay. La seconda è che comunque, precludendo ai gay il matrimonio, non togliamo loro assolutamente nulla, perché non esiste un “diritto dei conviventi” che non possa essere efficacemente tutelato – su un piano socio-patrimoniale – a prescindere dal riconoscimento del vincolo coniugale (e questa è stata, in buona sostanza, l’opinione della Corte Costituzionale, che curiosamente in questo dibattito non viene mai ricordata)».

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