Esplosione nucleare: nessuna leggerezza, ma nessuna fobia

Nei giorni successivi all’incidente nucleare in Giappone, sui giornali è scattato l’allarme per un nuovo “effetto Chernobyl”. Si tratta di timori giustificati e quali sono i reali rischi di una “nube radioattiva”? Viviamo sotto la minaccia di una spada di Damocle nucleare?

Nel corso di incidenti come quello della centrale di Tokaimura, degli isotopi radioattivi vengono prodotti da una reazione nucleare incontrollata e in seguito liberati nell’atmosfera: si tratta di sostanze in grado di emettere spontaneamente radiazioni, per periodi variabili da ore a decenni. In queste occasioni si ridestano curiosità e timori a riguardo delle radiazioni, argomento poco conosciuto ai più e, come tale, sopravvalutato o sottovalutato a seconda dei temperamenti.

Le radiazioni di cui parliamo, di cognome, si chiamano ionizzanti: sono un fenomeno per il quale una quantità di energia penetra nella materia e interagisce con i suoi atomi creando delle alterazioni, dette appunto ionizzazioni; le molecole biologiche subiscono così delle modificazioni che si esprimono in fenomeni molto vari sia per tipo che per intensità, a livello delle singole cellule, degli organi, degli apparati e di tutto l’organismo.

Da sempre, ogni uomo sulla terra riceve una minima quantità di radiazioni dovuta ai raggi cosmici e alla radioattività naturale della crosta terrestre, ma ciò non ha impedito lo sviluppo e la prosecuzione della nostra specie, come dire che le radiazioni ionizzanti non sono di per sé sinonimo di distruzione. All’altro estremo ci sono gli episodi accidentali o bellici, nei quali dosi elevatissime possono provocare una morte anche molto rapida, come dire che con certi giocattoli è meglio non scherzare. È evidente, quindi, che a determinare attenzioni e contromisure devono essere vari elementi molto concreti che, alla fine, possano far conoscere la dose di radiazioni alla quale, nel tempo, la singola persona rischia di esporsi, concetto che vale anche nelle considerazioni sull’uso dei raggi a scopo diagnostico o curativo in medicina.

A questo riguardo, le notizie dal Giappone non possono essere molto dettagliate, anzi sono talvolta discordanti, come spesso avviene in questi casi. Sarà molto importante conoscere presto le caratteristiche qualitative e quantitative dell’emissione radioattiva dovuta all’incidente e l’estensione geografica della contaminazione. Speriamo per i diretti interessati che non vengano contaminate anche le notizie diffuse alla gente e che si possa affrontare questo evento senza fobie né leggerezze.

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