Elezioni. Per i sondaggi primo Pd, poi Grillo, poi Pdl. Ma l’incognita è Monti

A dar retta ai numeri l'accoppiata Pd-Sel vincerebbe le elezioni. Il Movimento Cinque Stelle è secondo e solo terzo il Pdl che, con la Lega, arriverebbe vicino al 20 per cento

La scorsa settimana, la dichiarazione del Pdl di riservarsi di votare la fiducia al governo guidato da Mario Monti, seguita alla ricandidatura di Silvio Berlusconi alla presidenza del Consiglio, avevano portato il premier ad annunciare le dimissioni. La decisione di Monti, che ieri ha definito le dichiarazioni del Pdl sul fallimento del suo operato, «di categorica sfiducia nei confronti dell’esecutivo», è stata definita come “irrevocabile”. Con l’ipotesi di elezioni anticipate a febbraio, dunque, sfuma la possibilità dell’approvazione di una legge elettorale. Si voterà con le attuali regole: questo permetterà a Berlusconi di scegliere i propri candidati, al centrosinistra, se ottenesse una vittoria (anche risicata) a livello nazionale, di ottenere il cospicuo premio di maggioranza alla Camera dei Deputati.

PD E SEL. Quello che probabilmente è l’inizio della campagna elettorale, vede un quadro politico dove l’accoppiata Pd-Sel, fortificata dalla pubblicità delle primarie e dai dibattiti fra Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani, è la coalizione di gran lunga favorita. La coalizione di centrosinistra, fra il partito di Bersani e quello di Nichi Vendola, si attesta stabilmente dall’inizio della campagna per le primarie fra il 35 e il 40 per cento.

MOVIMENTO CINQUE STELLE. Secondo tutti gli ultimi sondaggi, continua a essere il secondo partito: fra il 15 e il 20 per cento. Con questi numeri, senza partecipare ad alcuna coalizione, porterebbe in parlamento cento deputati.

PDL E LEGA NORD. Anche dopo l’annuncio della ricandidatura a premier di Silvio Berlusconi, il Pdl si attesta come terzo partito, al 15 per cento, dietro il movimento fondato da Beppe Grillo. Coalizzato con la Lega Nord supererebbe a stento la soglia del 20 per cento, necessaria, soprattutto alla Lega, per poter arrivare a una rappresentanza alla Camera, essendo di quattro punti sotto la soglia di sbarramento, necessaria per accedervi.

L’INCOGNITA MONTI. Nel sondaggio curato da Demos per La Repubblica, a dicembre, Monti si sarebbe attestato al terzo posto  fra i candidati premier preferiti dagli elettori italini, piazzandosi dietro Matteo Renzi (che per ora è tornato a fare il sindaco di Firenze) e subito dopo Pier Luigi Bersani. Tuttavia, si sottolinea nel sondaggio, Mario Monti ha governato l’Italia in un anno difficile e ha aumentato la tassazione. Dunque, che il suo consenso iniziale (che viaggiava sul 70 per cento) sia scemato non significa che, presentandosi alle elezioni politiche, non possa catalizzare i voti degli incerti, soprattutto del centrodestra, frammentato. Oltre all’Udc, a sostenere un nuovo governo dell’attuale presidente del Consiglio, la lista di Luca Cordero di Montezemolo e Fli di Gianfranco Fini. Viaggiano sull’8 per cento. Resta da vedere cosa accadrebbe se, a quest’area filomontiana, si aggiungessero altri attori politici e, soprattutto, se Mario Monti decidesse davvero di mettersi alla guida di questa coalizione.

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