Electrolux, Zanonato: «Mi impegno perché la produzione resti in Italia»

Oggi a Roma il tavolo istituzionale per sbloccare la situazione dell'azienda. Da una parte la proprietà assicura che chiede una riduzione dell'8 per cento dei salari, pari a 130 euro al mese, dall'altra i sindacati

Prosegue da stanotte il presidio dello stabilimento Electrolux di Porcia (Pordenone) messo in atto da una cinquantina di operai, che si sono dati il turno e che da stamattina alle otto sono stati raggiunti dal sindaco di Pordenone, Claudio Pedrotti. Il ministro allo Sviluppo Flavio Zanonato è sceso in prima linea nella vicenda: «Mi impegno personalmente a fare in modo che tutta la produzione reste in Italia». Oggi si terrà a Roma un incontro con le varie parti.

PROSEGUE LA TRATTATIVA. Il presidio degli operai è stato organizzato per impedire l’ingresso o l’uscita dei camion con il rifornimento delle merci. Il risultato è stato visibile a tutti, perché nel piazzale antistante la fabbrica si è creata una lunga coda di mezzi di trasporto. Alcuni camion dopo aver atteso del tempo, hanno desistito e fatto retromarcia, ma altri hanno annunciato che a loro volta “presidieranno” la zona, e resteranno in attesa degli sviluppi che arriveranno oggi dal tavolo avviato a Roma. Il ministro Zanonato oggi ha smentito le notizie circolate ieri su maxi tagli in busta paga, con stipendi che andrebbero ridotti nelle intenzioni dell’azienda a 700-800 euro. «Sono state date notizie false che hanno creato allarme» ha spiegato il ministro, e poi ha citato a titolo di esempio la vicenda Indesit che si è già conclusa positivamente. In questo momento da una parte l’azienda conferma che «la nostra proposta prevede una riduzione di tre euro all’ora, in termini di salario netto un 8 per cento di riduzione, ovvero meno 130 euro al mese». Dall’altra parte tutti i sindacati hanno insistito nel denunciare che l’azienda ha in realtà chiesto «tagli del 50 per cento dei salari, in media di 1400 euro al mese oggi, tagli dell’80 per cento dei 2.700 euro di premio aziendale, il blocco dei pagamenti delle festività, il taglio del 50 per cento di pause e permessi sindacali, lo stop agli scatti di anzianità».

TASK FORCE. Una task force di Confindustria Friuli, composta da Riccardo Illy (ex governatore della Regione Friuli), Tiziano Treu (ex ministro del Lavoro), Innocenzo Cipoletta (economista e presidente del Fondo italiano di investimento) e Maurizio Castro (ex senatore Pdl) aveva elaborato in questo periodo una proposta che in realtà potrebbe essere usata per sbloccare il caso Electrolux. Secondo il piano in questione, infatti, si potrebbe abbattere il costo del lavoro del 20 per cento ma con una riduzione del salario di non oltre il 10 per cento, attraverso una zona manifatturiera e salariale speciale per combattere la delocalizzazione delle grandi imprese in crisi. La Confindustria chiedeva ai sindacati di trattare su una serie di punti, compresa la revisione degli orari di lavoro, e la rinegoziazione di pause, riposti, festività e inquadramento. Ma il sacrificio chiesto ai lavoratori sarebbe stato «compensato da strumenti di welfare come buoni pasto e finanziamenti per la scuola dei figli».

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