Egregio Comando Nato

“Con i bombardamenti non avete solo punito Milosevic. Avete stroncato l’opposizione democratica in Serbia”. Lettera aperta del vescovo serbo-ortodosso di Prizren

Vale la pena di ascoltare una voce proveniente dal Kossovo, arrivata a Bruxelles, sede della Nato, il 25 maggio scorso, una lettera aperta di Sua Grazia Artemio, vescovo serbo-ortodosso del Kossovo, che illustra con dolorosa pietas quello che è successo e perché e si rivolge ai capi di stato e di governo ai diplomatici e agli ambasciatori dei paesi occidentali. Alcune delle ragioni invocate sono state sollevate nel prosieguo della guerra, anche da alcuni commentatori italiani e stranieri, ma è comunque interessante sapere il punto di vista di un vescovo serbo, noto per le sue battaglie per la pace e conoscitore del mondo occidentale. “Dite che volete punire Milosevic” scrive Artemio “ma non c’era altro modo di farlo senza punire anche le popolazioni di Pristina, Aleksinac o Belgrado? Inoltre, la maggiore vittima dei vostri bombardamenti non sono tanto le case distrutte o i ponti o i morti e i feriti, ma piuttosto qualcosa che è stato stroncato sul nascere e che avrebbe potuto portare la Serbia all’integrazione con l’Europa e questo qualcosa si chiama democrazia. Prima dei bombardamenti esisteva un’opposizione democratica, aperta e con un grande potenziale. Col vostro aiuto il processo di democratizzazione avrebbe potuto andare avanti. Distruggere questo processo è stato il risultato più grave delle vostre bombe. La chiesa ortodossa (ed io come vescovo di Prizren), insieme ad altre personalità ci siamo costituiti in un movimento democratico e abbiamo viaggiato negli ultimi due anni per tutta l’Europa, l’America e la Russia, cercando di illustrare a tutti il problema del Kossovo e i modi con cui cercare di risolverlo. Siamo andati cinque volte negli Stati Uniti dal febbraio ’98 al febbraio ’99 e dovunque abbiamo sottolineato che il problema non poteva essere risolto con la forza, ma con soluzioni di tipo politico, col dialogo e l’accordo. Abbiamo prospettato un Kossovo multietnico, multireligioso e multiculturale in cui tutti avessero gli stessi diritti e doveri. Con soddisfazione e gratitudine dobbiamo riconoscere che siamo stati accolti molto bene ed ascoltati con attenzione dovunque siamo andati e nel 90% dei casi le nostre tesi sono state approvate e sostenute. I nostri interlocutori si sono dichiarati felici di sapere che esisteva anche un’altra Serbia, oltre quella rappresentata da Milosevic e questo ci ha riempiti di speranza. Ora tutto ciò è finito. E’ successo quello che invece avevamo previsto nel corso delle ultime visite in Francia e negli USA nel febbraio di quest’anno, quando abbiamo illustrato con forza alla signora Albright in persona e per iscritto, quello che sarebbe successo se la NATO fosse intervenuta militarmente in Jugoslavia: rafforzamento di Milosevic, distruzione dell’opposizione democratica, misure drastiche contro gli oppositori, radicalizzazione delle posizioni delle fazioni estreme dell’UCK e dei serbi, situazione molto difficile delle eventuali truppe NATO dislocate in Kossovo. Ebbene, signore e signori, quali di queste non si sono verificate? Chi state aiutando in realtà? Come andrà a finire? Le bombe – pensateci – non porranno fine, né ridurranno la catastrofe umanitaria, anzi la incrementeranno in proporzione geometrica. Questo, forse è diventato evidente anche a voi negli ultimi giorni. Le speranze riposte in voi, nella vostra democrazia, nel vostro amore di giustizia, nel vostro senso umanitario, sono ora sepolte nei profondi crateri produtti dalle vostre bombe. Risorgeranno mai? Preghiamo per voi, ripetendo con umiltà e amore le parole di Cristo sulla croce:”Perdonali, Padre, perché non sanno quello che fanno”.

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