Egitto, ancora scontri fra copti e musulmani: 13 morti e 140 feriti – Rassegna stampa/1

Gli scontri vanno avanti da due giorni nel quartiere cristiano di Moqattam, al Cairo. I cristiani copti sono scesi in strada per protestare e chiedere la ricostruzione della chiesa di san Mina e san Giorgio, bruciata lo scorso 5 marzo da migliaia di estremisti islamici. Le vittime presentano ferite di arma da fuoco

E’ di 13 morti e oltre 140 feriti il bilancio degli scontri tra cristiani e musulmani che da due giorni vanno avanti a Moqattam, quartiere povero e cristiano nella zona orientale del Cairo. I cristiani copti sono scesi in strada da giorni per protestare contro e chiedere la ricostruzione della chiesa di san Mina e san Giorgio, bruciata da migliaia di estremisti islamici nel villaggio di Soul lo scorso 5 marzo.

“Cresce l’allarme dei cristiani nuovamente nel mirino: «Sì, tutte le vittime sono morte per colpi d’arma da fuoco» denuncia il sacerdote Semaan Ibrahim precisando che gli incidenti sono stati innescati da «violenti» e «salafiti» islamici fondamentalisti. Secondo padre Ibrahim gli assalitori hanno lanciato bottiglie molotov contro le abitazioni e hanno appiccato il fuoco a magazzini e negozi del quartiere” (Repubblica, p. 19).

«Ci aspettiamo che l’esercito ci difenda», dice ai microfoni di Al Arabiya un falegname che abita nel quartiere «ma sappiamo che è contro noi copti, come la polizia». La chiesa di san Mina e san Giorgio è stata distrutte a causa di una relazione tra un cristiano copto, Ashraf Iskander, e una donna musulmana. Il padre della ragazza si è rifiutato di sacrificare la figlia e uccidere il giovane cristiano, nonostante le pressioni della comunità islamica.

Ad Ashraf era stato imposto di abbandonare il villaggio, ma la situazione è precipitata quando un cugino della ragazza ha deciso di uccidere lo zio per aver preferito la vita della figlia all’onore della famiglia. L’omicidio ha portato il fratello della donna a vendicare la morte del padre uccidendo il cugino. La serie di omicidi ha sconvolto la comunità musulmana, che ha subito additato i cristiani come principali responsabili della vicenda.

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