Ecco perché a Mourinho resta solo il Napoli

Analisi puntigliosa delle squadre italiane che potrebbero accogliere in panchina il vate di Setubal, Josè Mourinho. Quattro i criteri necessari per accaparrarsi Mou: soldi, accondiscendenza, sottomissione e strutture a cinque stelle. Solo il Napoli risponde a tutti i requisiti

Il rapporto tra Mourinho e la stampa non è mai stato idilliaco in Italia, si sa. In Spagna è la stessa cosa, anzi, se possibile anche peggio: ieri ha accusato un giornalista di ipocrisia, in Italia non si era mai arrivati a tanto. Inoltre, il clima in casa Real Madrid non è affatto dei migliori: dopo essere riuscito ad allontanare Valdano, Mourinho ha fatto licenziare un dipendente delle Merengues.

Motivo? L’addetto aveva il compito di svegliare i giocatori in tempo per farli arrivare puntuali al campo di gioco. Il tecnico era all’oscuro di questa strana usanza e appena ne è venuto a conoscenza l’ha interrotta. Inoltre, il distacco in classifica dall’odiato Barcellona non facilita le cose. È vero, rispetto allo scorso anno il Real sta ancora giocando per tre competizioni. Ma la cosa sembra non bastare.

Mou, comunque, non sembra preoccupato. Nella conferenza stampa che precede la sfida contro il Malaga – allenato dall’ex Pellegrino – ha affermato: «Per me il secondo classificato è solo il primo degli ultimi. Se mi licenziano come lui (Pellegrino)? Sicuramente non andrò al Malaga, ma in una big italiana o inglese».

Ecco allora che cominciano i sogni di alcuni presidenti e tanti tifosi di calcio. Bisogna, però, avere delle credenziali per poter assumere il vate di Setubal.

1) Soldi. Ne servono parecchi per permettersi l’ingaggio dell’allenatore. Dovrebbe aggirarsi sui 10 mln di euro, forse anche di più.

2) Accondiscendenza. Mourinho fa le sue richieste, vuole certi tipi di giocatore, spesso si impunta su alcuni talenti – anche incompresi, come Quaresma – e in modo garbato ma allo stesso tempo diretto fa le giuste pressioni al proprio presidente. Che nel 99% dei casi accontenta l’allenatore.

3) Sottomissione. Il gallo nel pollaio è lui e solo lui. Tutti, fino al presidente, non devono mettere becco in quel che fa. Anche la strategia comunicativa è personalmente seguita dal genio portoghese: lui è quello che può parlare e solo lui può delegare ad altri alcune dichiarazioni. Un esempio: Moratti prima del suo arrivo era conosciuto come un presidente chiacchierone. Nei due anni con Mourinho non si è mai permesso di aprire bocca più di tanto, se non per delle semplici dichiarazioni di circostanza. Arrivato Benitez, il buon Moratti ha ripreso presto il suo vecchio vizietto e poi sappiamo come è andata.

4) Strutture tecniche a 5 stelle. Fondamentali per permettere ai giocatori e a tutto lo staff di lavorare sempre, nonostante le condizioni metereologiche avverse. Non deve, naturalmente, mancare un adeguato ufficio perché oggi il lavoro da allenatore non si fa più solo sul rettangolo di gioco.

Detto questo, e tralasciando le squadre inglesi, passiamo in rassegna i vari presidenti della Serie A per capire dove Mou potrebbe portare i suoi servigi. Considerando il primo punto, possiamo già eliminare parecchie squadre. Ecco allora chi rimane: Milan, Inter, Juventus, Roma (se arrivano gli americani), Napoli e Palermo (se a Zamparini si aggiunge lo sceicco). In seconda fascia potremmo inserire il Genoa (Preziosi è leader mondiale nel mercato dei giocattoli) e Sampdoria (Garrone è pur sempre un petroliere).

Le strutture tecniche evidentemente si fanno solo se si hanno i soldi per cui la lista al momento non cambia. Entrano in gioco i fattori accondiscendenza e sottomissione. Partiamo dal primo: Berlusconi ha ricominciato ad aprire il portafoglio, Moratti lo ha sempre fatto – tranne quest’estate. Agnelli ha dimostrato di poter spendere 50 mln di euro all’anno (lo ha fatto lui e chi lo ha preceduto fin da quando i bianconeri sono tornati in serie A). La Roma, se davvero arrivano gli americani, potrebbe aver voglia di tornare a vincere in campionato, svecchiando un pochino la rosa e liberandosi di qualche ingaggio pesante si potrebbe investire un buon gruzzolo di soldi per una campagna acquisti coi fiocchi. Napoli e Palermo possono investire, di soldi ne hanno eccome, e cosa importante, in questi anni hanno dimostrato di saperli spendere bene puntando su giovani di talento. Detto questo, tutti potrebbero riuscire a soddisfare i desideri del vate. Magari con qualche sforzo, però ci riuscirebbero.

Il problema più importante è la sottomissione. Riuscite a immaginare un Berlusconi sottomesso? Non lo è in politica e nella vita privata, figuriamoci nel mondo del calcio dove è stato spesso accusato di fare la formazione ai propri allenatori. Riuscite a immaginare il vulcanico Zamparini zitto in tribuna? Non è possibile. Uno come De Laurentiis, invece, potrebbe imparare il nuovo ruolo anche se sembra un osso più duro di Moratti. Roma e Juventus andrebbero benissimo ma non riusciamo a vedere Mourinho con la maglia delle odiate rivali delle passate stagioni.

Quindi, per esclusione, in Italia rimarrebbero Inter e Napoli. Ma visto come si sta comportando Leonardo sarebbe assurdo non permettergli di proseguire il suo progetto, che rimane davvero molto interessante. Quindi lasciamo che i napoletani comincino a sognare, dal momento che appena Delneri verrà esonerato alla Juventus, sarà ufficializzato Mazzarri sulla panchina dei bianconeri.

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