«Dimettiamo Formigoni». Lo dice Beppe Grillo. Via Skype. Coi piedi a mollo nel mare sardo

«Lo tampineremo sulle barche». contro il governatore della Lombardia poche decine di persone e un messaggio video. Direttamente dalla Costa Smeralda

“Formigoni lo dimettiamo noi”. Questo il titolo dell’iniziativa svoltasi sabato, in piazza Cairoli, a Milano. È l’inizio della campagna del Movimento 5 stelle per ottenere le dimissioni del presidente lombardo Roberto Formigoni. Poche decine di persone in piazza: ci sono i cartelloni con la barca di Pierangelo Daccò, c’è un cartonato di Formigoni a grandezza naturale e in costume da bagno, con tanto di fila per farsi fotografare al suo fianco, come a Gardaland. E Beppe Grillo? È sul palco? Non proprio. Lo spiega a denti stretti Mattia Calise, consigliere comunale a Milano e astro nascente del Movimento 5 Stelle: «Interverrà tra venti minuti, via Skype».
L’ex comico si trova infatti al mare, in Sardegna, più precisamente in Costa Smeralda («voi lì a Milano con 40 gradi»). Ma la gente è scarsa, fa caldo, e un messaggio video è meglio di niente. Dopo qualche «mi senti Beppe?» «Mi sentite, grilli?» il collegamento parte. La folla sente poco. Non si vede assolutamente nulla: sul mega-schermo batte il sole. Ma tanto basta per scaldare gli animi. Dallo schermo di un piccolo computer Grillo annuncia una «guerra senza esclusione di colpi», perché «Forminchioni se ne deve andare».

Il motivo? I toni sono sobri, come di consueto: «Sorride come un chierichetto stuprato dal parroco», tuona Grillo, «questa è gente che oltre a essere incompetente è in bancarotta mentale, che va schiodata. Se non lo facciamo con le leggi lo faremo in altre maniere». Vale a dire? «Andremo al Pirellone tutti i giorni, con le pentole, lo tampineremo sulle barche, nei porticcioli, nelle ville, sempre. Lo massacreremo ai fianchi fianchi fino a quanto non sarà esaurito fisicamente e psicologicamente».

In attesa di sapere se Grillo inizierà a “tampinare” il governatore direttamente da Portocervo, Formigoni ha così risposto al comico: «Aspetto Grillo. Mi ha dichiarato guerra in contumacia perché non era presente, ma vorrei ricordare di averlo già sfidato alle elezioni regionali del 2010 dove ha preso l’1,5 per cento». Il vicepresidente del Pdl alla Camera, Maurizio Lupi, ha stigmatizzato l’attacco «scomposto e sconclusionato» del comico genovese. «Non meriterebbe repliche. Nonostante questo vorrei ricordare a Grillo che la democrazia partecipata, che lui dice di difendere, ha premiato per più volte Formigoni confermandolo alla guida di una delle Regioni più importanti d’Italia. E questo è avvenuto per la buona amministrazione di questi anni. I lombardi sanno riconoscere chi ha ben governato».

Per il presidente del gruppo del Pdl in Regione, Paolo Valentini, si è trattato di «un colossale flop, nonostante il ripetuto traino offerto dai principali organi di stampa. Grillo stesso non ha partecipato direttamente, ma a preferito starsene rintanato al sole della Costa Smeralda, dimostrando di non credere nemmeno lui, e fa bene, alla caduta di Formigoni». E l’intervento? «Solo insulti. E ignoranza, visto che ha parlato dei bond greci, dimenticando che con l’operazione bond la Regione ha risparmiato diversi milioni di euro». Nessuno sembra però notare la contraddizione, nemmeno sul web, che difende il leader sempre e comunque. Tranne qualche voce isolata: «Sarò sempre dalla parte di Grillo, ma mi sorge un dubbio. Un gruppetto di gente normale, sotto 40 gradi all’ombra a protestare contro uno che ha fatto una vacanza in Sardegna. A ribadire il concetto c’è Grillo, che si gode una vacanza in Sardegna. Giustamente, tra l’altro, un po’ di meritato riposo. Ma non vi sembra un tantino paradossale?»

@SirianniChiara

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