Di Pietro, dai frutti si vede l’albero

Il discorso incendiario e non politico di Antonio Di Pietro (Idv) è fatto apposta per mostrarsi più duro dei suoi competitori: il “movimento 5 stelle” di Beppe Grillo. Dai frutti (una valanga di ingiurie) si vede l'albero (una certa magistratura)

Il signor Jean Valenti, classe 1923,vedovo, reduce dalla campagna di Russia, ospite nel biennio ‘44-45 in un lager staliniano, Tombov, Siberia, dopo aver ascoltato in diretta l’intervento di Antonio Di Pietro, non sapendo con chi sfogare il proprio sdegno ha telefonato a sua figlia, la nostra Mamma Oca: «Solo un mascalzone può parlare in quel modo in Parlamento. Dovreste pubblicarlo tutto, cosi la gente capisce chi è Di Pietro». Eccolo accontentato. Con una postilla del direttore.


Dichiarazione di voto dell’onorevole Antonio Di Pietro pronunciata a nome dell’Italia dei Valori nell’aula parlamentare di Montecitorio, seduta di mercoledì 29 settembre 2010, in occasione del voto di fiducia al Governo Berlusconi.

 

Sig. presidente del Consiglio,
Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi un pregiudicato illusionista che, anche oggi, ha raccontato un sacco di frottole agli italiani, descrivendo un’Italia che non c’è e proponendo azioni del Governo del tutto inesistenti e lontane dalla realtà.

Fuori da qui c’è un Paese reale che sta morendo di fame, di legalità e di democrazia e Lei è venuto qui in Parlamento a suonarci l’arpa della felicità come fece il suo predecessore Nerone mentre Roma bruciava. Quella stessa Roma che anche oggi i barbari padani vogliono mandare al rogo, insieme alla bandiera e all’Unità d’Italia.

Sono sedici anni che racconta le stesse frottole, ma le uniche cose che ha saputo fare finora sono una miriade di leggi e provvedimenti per risolvere i suoi guai giudiziari o per sistemare i suoi affari personali. Al massimo, ha pensato a qualche altro suo amico della cricca, assicurando a lui prebende illecite e impunità parlamentari, proprio come prevede il vangelo della P2, Cosentino, Dell’Utri e compagnia bella docet!


Anzi, no! Un’altra cosa lei è stato ed è bravissimo a fare, e lo ha dimostrato ancora una volta in questi giorni: comprare il consenso dei suoi alleati ed anche dei suoi avversari. I primi pagandoli letteralmente con moneta sonante, con incarichi istituzionali, con candidature e ricandidature di favore; i secondi ricattandoli con sistematiche azioni di dossieraggio e di killeraggio politico di cui lei è maestro.


Sì, perché Lei, sig. Berlusconi è un vero “maestro”: intendo dire un maestro della massoneria deviata, un piduista di primo e lungo corso, un precursore della collusione e della corruzione di Stato. Anzi di più. Lei è l’inventore di una forma di corruzione di nuovo conio, più moderna e progredita: cambiare le leggi in modo da non far risultare più reato quel che prima lo era e in modo da non rendere più punibili coloro che prima potevano essere condannati.


Questa mattina, Lei si è gonfiato il petto ricordando un nobile principio liberale: “Ad ognuno deve essere consentito fare tutto tranne ciò che è vietato”. Certo, ma chi, in Europa, ha scritto con il proprio sangue questo tassello di democrazia liberale non pensava affatto che un giorno si sarebbe trovato davanti ad un signorotto locale che avrebbe dichiarato “non vietato” tutto ciò che gli pareva e piaceva a lui e che non era la legge a governare il sistema ma doveva essere Lui a governare la legge.


Lei, sig. Berlusconi, non è un presidente del Consiglio ma è uno “stupratore della democrazia” che, dopo lo stupro, si è fatto una legge, anzi una ventina di leggi ad personam per non rispondere di stupro! Lei non è, come alcuni l’hanno definito, uno dei tanti tentacoli della piovra. Lei è la testa della piovra politica che in questi ultimi vent’anni si è appropriata delle istituzioni in modo antidemocratico e criminale per piegarle agli interessi personali suoi e dei suoi complici della setta massonica deviata di cui fa parte.


Lei, oggi, ci ha parlato della volontà del Governo di implementare la lotta alla corruzione, all’evasione fiscale, alla criminalità economica delle cricche. E che fa, si arresta da solo? O ha deciso di prendersi a schiaffi tutte le mattine appena si alza e si guarda allo specchio? Lei si è impossessato e controlla il sistema bancario e finanziario del Paese. Lei controlla le nomine degli organi di controllo che dovrebbero controllare il suo operato. Lei fa il ministro dello Sviluppo Economico e, come tale, prende decisioni a favore del maggior imprenditore italiano, cioè Lei (e dico maggior imprenditore, non migliore come maggiore e non migliore è l’imprenditoria mafiosa).


A Lei non interessa nulla del bene comune perché si è messo a fare politica solo per sfuggire alla giustizia per i misfatti che ha commesso. Non lo dico solo io. Lo ha detto pure il direttore generale delle sue aziende, Fedele Confalonieri, ammettendo pubblicamente che “se Berlusconi non fosse entrato in politica, noi oggi saremmo sotto un ponte o in galera”. Lei si è impossessato dell’informazione pubblica e privata e la manipola in modo scientifico e criminale. Un esempio? La casa di Montecarlo venduta da Alleanza nazionale. Lei e i suoi amici dell’informazione avete fatto finta di scandalizzarvi nell’apprendere che, dietro quella compravendita, c’è una società off-shore situata in un paradiso fiscale.


Ma si guardi allo specchio, imputato Berlusconi: Lei di società off-shore ne ha fatte ben 64, proprio per nascondere i proventi dei suoi reati societari e fiscali e per pagare tangenti ai politici e ai magistrati e lo ha fatto ricorrendo a quell’avvocato inglese David Mills, condannato per essere stato, a sua volta, da lei corrotto per mentire ai giudici e così permetterle di ottenere un’assoluzione comprata a suon di bigliettoni.


Già! Perché la magistratura che Lei ha corrotto: quella a Lei piace. Invece, non le piace quella che vuole giudicarla per i suoi misfatti, tanto è vero che ora, al primo punto del suo ”vero programma”, quello di cui oggi non ha parlato, c’è la reiterazione del Lodo Alfano, cioè proprio di quella legge che deve assicurarle l’impunità per un reato gravissimo che lei ha commesso: la corruzione di giudici e testimoni.

Solo per questo fatto, Lei non meriterebbe un minuto in più di rappresentare il Governo italiano e se ancora riesce a starci è solo perché compra i voti ricattando quei parlamentari che si rassegnano a vivere vigliaccamente senza onore o senza coraggio!
Questo è il ritratto che noi dell’Italia dei Valori abbiamo di Lei, sig. Berlusconi! E Lei, oggi, viene a chiederci la fiducia? Lo chieda, ma non a noi. Lo chieda a quelli che ha comprato o ricattato. Lo chieda ai parlamentari di Futuro e Libertà che finalmente si sono resi conto con chi avevano e hanno a che fare ma non trovano, o non hanno ancora trovato, il coraggio di dissociarsi dal macigno immorale che Lei rappresenta.


Lo chieda al presidente Fini, che nel suo discorso estivo a Mirabello ha detto esattamente (ed anzi di più) delle cose che sto dicendo io e ancora indugia a staccare la spina, passando, suo malgrado, da vittima a complice delle sue malefatte! Lo chieda a tutta quella pletora di disperati che in questi giorni ha convocato a casa sua per offrire loro prebende o per minacciare imbarazzanti rivelazioni e che ora, abbagliati da improvvisa ricchezza o intimoriti dai dossieraggi che Lei ha architettato e commissionato, hanno deciso di vendere la loro anima e il loro onore dandole una fiducia che non merita!
Non lo chieda a noi che siamo stati primi a smascherare le sue reali e criminali intenzioni.

 

Antonio Di Pietro

 

La crassa violenza verbale con cui l’ex pm della Procura di Milano si è rivolto al Presidente del Consiglio e, di conseguenza, ai milioni di italiani che lo hanno eletto, ha anche un risvolto più sulfureo della valanga di ingiurie lette qui sopra e ascoltate dalla bocca di un ex servitore dello stato nel tempio della democrazia e della sovranità popolare.

 

Lo zolfo sta nel fatto che nel gangsterismo parolaio non si intravvede l’avventatezza del bifolco ruspante e smargiasso, ma la spregiudicatezza del politico cinico che si abbandona all’antiberlusconismo più fanatico solo per respingere i competitori (nella fattispecie il “movimento 5 stelle” di Beppe Grillo) che si affacciano in quell’area di rendita politica in cui il nostro ex pm ha bisogno, per passare all’incasso del voto giustizialista, di essere riconosciuto come dominus assoluto e capobastone indiscusso del partito dei puri doc.

 

Insomma, questa è la nostra spiegazione di un discorso incendiario e a contenuto politico zero. Più che caldo e sincero odio, nell’intervento parlamentare di Antonio Di Pietro c’è solo calcolo furbastro e algido. E comunque sia, è assodato che il fondatore e capo Idv proviene dalle file della magistratura italiana e incarna il tipo di una certa parte della magistratura dai cui frutti si può riconoscere l’albero. Albero dal quale ogni cittadino e ogni uomo libero, indipendentemente dalle convinzioni politiche che professa, dovrebbe scostarsi come ci si scosta dalla peste.

Exit mobile version