Corea sud/nord: adelante, Pedro, ma con juicio

Da quando i due governi coreani hanno dato l'annuncio a sorpresa dell'incontro tra i rispettivi leader...

Da quando i due governi coreani hanno dato l’annuncio a sorpresa dell’incontro tra i rispettivi leader Kim Dae Jung (Sud) e Kim Jong Il (Nord), qui a Tokyo gli esperti di cose coreane hanno cominciato una campagna di “ridimensionamento” dell’evento. Certo: per la prima volta in 50 anni ci sono due presidenti che invece di lanciarsi reciproche minacce si incontrano faccia a faccia amichevolmente. Tuttavia i risultati concreti si faranno aspettare a lungo: al Sud non hanno tutta questa fretta di sacrificare sull’altare della riverita unità nazionale il faticato benessere economico conquistato, mentre al Nord il potere non sembra molto disposto a sottomettersi alle regole di un governo democratico praticate da un decennio a Seoul. Tuttavia l’incontro di Pyongyang costituisce di fatto un ulteriore passo in avanti nel processo di normalizzazione dell’area. Il processo, avviato da Kim Dae Jung proprio mentre al Nord si cominciava a morire di fame, si basa sostanzialmente sul principio del do ut des: Seul, Tokyo e Washington regalano concessioni e aiuti economici e Pyongyang se ne sta tranquilla. Il sistema é andato avanti tra alterne vicende nonostante missili, blocchi degli aiuti, minacce e quant’altro. Il problema era e resta quello di riuscire a indurre o costringere la Corea del Nord ad impegnarsi in maniera costruttiva, a uscire dal circolo vizioso del semplice creare problemi per ottenere ulteriori vantaggi.

I recenti contatti diplomatici della Corea del Nord con Italia, Filippine, Australia ora possono essere letti come avvisaglie di un cambiamento di rotta. Per questo le reazioni anche qui a Tokyo sono positive; non solo perché l’evento rimane senza precedenti, ma soprattutto perché lascia sperare in una nuova e auspicabile fase. Da qui la cauta fiducia nipponica con cui si guarda all’evolversi della situazione. D’altra parte, come é ovvio, anche a Tokyo una soluzione troppo rapida (leggi riunificazione) non sembra la prospettiva più auspicabile. Ma date le difficili relazioni storiche tra Corea e Giappone, su questo argomento Tokyo ha veramente poca voce in capitolo.

Non va infine dimenticato il ruolo della Cina: i rappresentanti delle due Coree si sono infatti incontrati proprio a Pechino per concordare i termini in base a cui avrebbe avuto luogo il summit nord-sud e lo stesso Kim Jong Il, non molti giorni prima dell’appuntamento, ha fatto la sua buona visita di cortesia al presidente cinese. Cosa si siano detti non si sa, ma certo si può immaginare quale sia stato l’argomento. Il fatto é che una soluzione non affrettata del problema coreano sembrerebbe far comodo anche ai cinesi, che hanno ben altra agenda da portare avanti e non molto interesse ad avere un ulteriore punto di attrito con gli Usa. Sempre sperando che a Washington la pensino allo stesso modo.

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