Coppie gay. Cattolici e anglicani cedono alla «dittatura del relativismo»

L'arcivescovo di Berlino, Koch, autorizza la benedizione delle coppie omosessuali nonostante il divieto del Vaticano. La Chiesa d'Inghilterra spinge per stravolgere la scrittura. Benedetto XVI lo aveva previsto

In una lettera indirizzata il 21 agosto ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi di Berlino, l’arcivescovo Heiner Koch ha dato il via libera alla benedizione delle coppie gay in chiesa. Nella missiva di cinque pagine, rifacendosi all’Amoris Laetitia, monsignor Koch spiega che i preti potranno decidere in autonomia se impartire la benedizione senza timore di essere sanzionati. Ma, aggiunge, lui stesso non lo farà in obbedienza al Responsum della Congregazione per la dottrina della fede del 2021, che ha vietato tali benedizioni con questa argomentazione: «La Chiesa non dispone, né può disporre, del potere di benedire unioni di persone dello stesso sesso», dal momento che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».

Lo strappo relativista del vescovo Koch

La lettera dell’arcivescovo è dunque contraddittoria e vagamente relativista: da un lato autorizza le benedizioni, previo attento «discernimento», perché «non si può più sostenere che tutti coloro che si trovano in una situazione irregolare siano in stato di peccato mortale» e perché «tutti siamo peccatori e bisognosi della grazia edificante di Dio per il nostro cammino».

Dall’altro si esime dal benedire le coppie omosessuali in prima persona perché il Vaticano lo ha vietato. Nonostante ciò, non ritiene che il divieto valga anche per i sacerdoti e i diaconi della sua diocesi, in linea con i risultati del Cammino sinodale tedesco che ha votato a stragrande maggioranza a favore delle benedizioni.

La Chiesa anglicana vuole i matrimoni gay

La tentazione di «rincorrere il mondo» sul tema delle coppie omosessuali e non solo, secondo la definizione di monsignor Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia, non tocca soltanto la Chiesa cattolica tedesca.

Un recente sondaggio del Times condotto tra i sacerdoti della Chiesa anglicana ha mostrato che il 53,4% di loro è a favore della celebrazione dei matrimoni omosessuali, mentre il 36,5% resta contrario. Meno di dieci anni fa, nel 2014, il 51% era contrario e il 39% a favore.

Non solo, il 64,5% ritiene che l’insegnamento secondo cui «la pratica omosessuale è incompatibile con la scrittura» vada cambiato. A essere stravolta o abbandonata, cioè, dovrebbe essere la scrittura.

La profezia di Benedetto XVI

Entrambi i casi fanno tornare alla mente quello che l’allora cardinale Joseph Ratzinger disse profeticamente ai cardinali riuniti nella Basilica di San Pietro per la messa pro eligendo pontefice del 2005, in apertura del conclave che l’avrebbe visto eletto al soglio di Pietro.

Disse Benedetto XVI:

«Siamo chiamati a essere realmente adulti nella fede. Non dovremmo rimanere fanciulli nella fede, in stato di minorità. (…) Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. È quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità».

@LeoneGrotti

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