Comunicare alla cieca

Ufficio Reclame 17

Finiti i bambini di Kinder, i cani di Infostrada che insozzano le cabine del telefono, adesso, nella pubblicità italiana, vanno di moda i non vedenti. Dopo il celebre tenore Bocelli sul treno di Tim, fermo per una mucca pazza, tocca a Sergei Krylov, campione mondiale di scacchi, testimonial della nuova campagna di Artemide. Gli fanno compagnia altri due pezzi da novanta, fotografati dal grande Elliott Erwitt (uno dei fondatori della Magnum): Stephen Kuusisto, scrittore e poeta americano e il concertista italiano Alberto Colombo. Tutti con l’handicap della cecità. Ma mentre Bocelli viene usato, come è ovvio, per la sua voce, è straordinario che siano dei non vedenti a testimoniare la bellezza di ciò che possono solo immaginare: “la luce me la immagino come un gioco senza regole” recita l’headline pronunciata da Krylov. Un modo trasgressivo e dirompente di usare i testimonial destinato sicuramente a fare scuola. E a far discutere. Non meno impattante l’affissione di Volvo, (ideata sempre dalla Pirella Goettsche) che dopo gli air bag laterali salva-milza e altri optional salvavita, riafferma la sua leadership, in fatto di sicurezza, attraverso un apparecchio per i denti salva-sorriso formato dal marchio stesso; forse per invadere virtualmente il territorio di Twingo, già monovolume -multisorriso. Ma nonostante questa ondata di creatività nostrana, l’idea migliore arriva dal Portogallo: la campagna di Lego (vincitrice dell’Eurobest) mostra un cervello al centro di una pagina bianca, costruito coi famosi mattoncini. “Dal 1936 creiamo piccoli genii”. Una stilettata al dilagare di playstation e videogiochi che rimbambiscono e una dimostrazione, ai creativi di tutto il mondo, che è possibile usare la testa.

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