Com’è glamour la lista delle 150 donne più influenti del Daily Beast – FOTOGALLERY

Sono coloro che hanno "scosso il mondo" secondo il quotidiano on line americano Daily Beast di Tina Brown. Tra le elette, Aung San Suu Kyi, Ingrid Betancourt, Angelina Jolie, Tory Burch, Shakira, Ayaan Hirsi Ali, Michelle Obama, Laura Bush, Hillary Rodham Clinton e la nostrana Emma Bonino

C’è Aung San Suu Kyi, paladina della democrazia e dei diritti umani in Birmania, già premio Nobel per la pace nel 1991. C’è Ingrid Betancourt, rilasciata dalle Farc nel 2008 dopo 6 anni di prigionia. Poi ci sono Angelina Jolie, la stilista Tory Burch, la cantante Shakira. Unica rappresentante italiana Emma Bonino.

È la classifica delle 150 donne più influenti del mondo (“Women who shake the world”) stilata dal quotidiano on line americano Daily Beast di Tina Brown. La lista, che verrà presentata anche in occasione dell’ormai tradizionale convegno sulle donne patrocinato da Daily Beast e Newsweek a partire da domani, contiene sorprese interessanti. Prevedibili (per dirne solo alcune) le presenze di Ayaan Hirsi Ali, somala rifugiata in Olanda per sfuggire a un matrimonio combinato, attivista dei diritti delle donne nel mondo musulmano nonché (ma questo il Daily Beast non lo scrive) consulente del documentario-denuncia Submission sulla condizione delle donne musulmane costato la vita al regista olandese Theo Van Gogh. E ancora Michelle Obama, Laura Bush, Hillary Rodham.

Nella parte più glamour, ma non meno impegnata, della lista figurano anche designer e artiste. Con la stilista della New York bene Tory Burch, titolare di una fondazione per la promozione dei diritti delle donne. E poi la sua collega Diane Von Furstenberg. Ricordavate e veneravate il nome dell’inventrice del wrap dress che copre la pancia e dona femminilità? Ora sapete che potete ammirarla anche per il suo impegno civile e umanitario (e vergognatevi se pensavate che questo wrap dress sarà pure geniale, ma dopo che ne hai indossato uno sono tutti uguali).

E poi Angelina Jolie, le cui missioni umanitarie nei paesi in via di sviluppo (adozioni a parte) sono ben note. E ancora, Shakira. Anche qui il riconoscimento non va all’artista in grado di muovere la musica a ritmo del proprio corpo, ma alla volontaria che ha creato un’associazione che si occupa di educazione nelle zone più povere della Colombia. Della serie, “to shake the world” non basta ballare.

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