Ci spieghi questa tabella e questi prezzi, senatore Lo Giudice

Il parlamentare del Pd ha difeso in Senato la pratica dell'utero in affitto. Basta un giro in internet per capire di cosa si tratti (e quanto costi)

Il 3 febbraio il senatore Sergio Lo Giudice nel suo intervento in Aula al Senato ha affermato testualmente: «Nessuna coppia di uomini può accedere alla maternità surrogata in India o in Thailandia ma neanche in Russia o Ucraina, poiché in quei paesi lo ammettono soltanto per coppie di uomo e donna. Le coppie gay italiane possono accedere alla gestione per altri solo in California e Canada, dove vigono rigorosi protocolli a tutela della libertà delle donne e dell’assenza di un bisogno economico».

Il senatore Lo Giudice, già presidente nazionale dell’Arcigay, membro della Commissione Giustizia, grande sostenitore della legge Cirinnà e della stepchild adoption, è apparso recentemente in televisione con il “marito” Michele Giarratano, sposato in Norvegia, per raccontare come ha ottenuto in California l’ovocita da una parte e l’utero in affitto dall’altra, con l’ammissione della coppia di aver pagato entrambe le donatrici, ma senza voler dire quanto.

Il senatore Lo Giudice nel suo intervento ha raccontato grandi bugie: allego di seguito, in proposito, una tabella facilmente rintracciabile in internet, pubblicata dalla Onlus Men Having Babies (uomini che hanno bambini) di New York, per orientare coppie gay che vogliono ricorrere alla maternità surrogata.

Balza immediatamente agli occhi come la società Tammuz, rispetto alle altre che superano ampiamente i 100 mila dollari, fino ad una punta di 171 mila dollari, offre alle coppie gay il prezzo speciale di 76 mila dollari, e nel suo sito si capisce perché quando spiega: «500 bambini sono dati finora alle famiglie Tammuz in tutto il mondo attraverso procedure innovative fatte in India, Thailandia, Usa e Nepal. Nel costo degli anni Tammuz ha sviluppato programmi unici, per abbassare i costi della procedura surrogata, mantenendo professionalità, qualità e massima priorità. I piani di garanzia offrono agli aspiranti genitori la pace della mente durante il processo».

La verità, infatti, è che il turismo procreativo si sposta laddove ci sono le condizioni migliori di minimo costo con il massimo sfruttamento delle donne, attualmente per esempio in Cambogia, Messico, Bulgaria, Moldavia e in altri paesi, come l’India, dove teoricamente sarebbe proibito ma viene ancora largamente praticato.

Foto Ansa

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