Chiara Maci, perché al gusto non si comanda

Per la lista della spesa ha rinunciato al posto fisso nel marketing. E si è messa a spadellare in rete e in tv, trasformando una passione di famiglia in un business moderno e goloso. L’impresa della “sorella in pentola” Chiara Maci

«E pensare che ero andata a fare il provino in televisione semplicemente perché volevo conoscere Alessandro Borghese». A farsi portavoce del pensiero di tantissime altre italiane fan del cuoco che spadella su Real Time, è Chiara Maci, cuoca sopraffina del blog Sorelle in pentola, aperto insieme con la sorella Angela nel 2009. Oggi Chiara è una presenza fissa del programma di cucina Cuochi e fiamme su La7 (e in replica su La7d), condotto dal supertelevisivo Simone Rugiati. La “Macis”, come la chiama scherzosamente Rugiati, è una dei tre giurati, insieme con l’attore Riccardo Rossi e la critica enogastronomica Fiammetta Fadda, a giudicare i piatti proposti dai concorrenti. Tra quei partecipanti sarebbe dovuta figurare anche lei, ancora quando il programma era condotto da Alessandro Borghese. «Non lo faccio apposta a mettere tutto questo entusiasmo nel modo in cui parlo di cucina. È il mio grande amore da sempre, trasmesso in famiglia con il codice genetico, è più forte di me raccontare una ricetta come se stessi raccontando di una delle sette meraviglie».

Ed è per amore della cucina che Chiara, nel 2009, ha mollato la prospettiva di un posto fisso in una grande azienda, nel settore del marketing in cui era impiegata, per avere il piacere, incomparabile, di svegliarsi ogni mattina e dover pensare alla lista della spesa, piuttosto che alla lista di telefonate lavorative da fare. «Non avrei potuto aprire Sorelle in pentola, senza mia sorella Angela, visto che da sempre ci completiamo a vicenda, ci supportiamo e ci sopportiamo. Solo che da subito era evidente che gli obiettivi erano differenti. Per lei la cucina era ed è mischiata al badare alla famiglia, per me invece era il tentativo importante di far diventare un lavoro una passione. Ricordo perfettamente l’emozione di pubblicare la nostra prima ricetta, delle piccole frolle glassate. Per parecchi mesi, l’idea di cliccare invio e pensare che qualcuno avrebbe visto che piatto avevo preparato nella mia cucina mi dava parecchia emozione». E da 40 visitatori giornalieri, in un paio di mesi, si è passati a 120. Un numero infinitesimale per l’universo sconfinato della rete, ma non per Chiara, che piena d’orgoglio lo racconta nel provino di “Cuochi e fiamme”, mentre l’addetto ai provini le dice «dai, scriviamo che ne hai un po’ di più di utenti, sono troppo pochi questi».

Con la presenza in una trasmissione televisiva, il conteggio quotidiano dei lettori è aumentato a dismisura, ma l’impegno di Chiara resta lo stesso, per questo ogni giorno è possibile trovare ricette nuove su Sorelle in pentola. «La fantasia nella creazione dei piatti viene proprio dalla casa in cui sono cresciuta. Una casa in cui un giorno si mangiava mozzarella di bufala freschissima, perché abitavamo in Campania, un giorno c’erano tortellini in brodo, perché mia mamma è bolognese, un giorno ancora purè di fave e cicoria come detta la tradizione pugliese di mio papà. Inoltre per noi a vacanza è sempre stata profondamente legata al cibo. Tutti e cinque in macchina, i miei davanti e io, Angela e Stefano (che fa il medico) dietro, pronti a fermarci in qualsiasi ristorante ci stuzzicasse. Ed è un’abitudine che mi è rimasta tutt’ora, perfino queste vacanze estive, passate con amici a Favignana, le ho trascorse cucinando per 12 tutti i giorni. E ovviamente non mi è mai pesato». Come quando Chiara si alza, nei giorni di pausa dalla trasmissione, e sforna nove ricette differenti. «Gli ingredienti, nella mia dispensa, vanno a periodi. Ho appena finito il periodo “edamame”, quei fagioli tanto usati nella cucina giapponese, e sono in mezzo al periodo “farina di riso”. E quindi sperimento senza tregua e senza paura di sbagliare, per esempio con questa farina di riso una crostata alle prugne è riuscita strepitosa e una pizza non mi è quasi lievitata».

Dagli gnocchi alla cheesecake

Dai primi gnocchi cucinati al fianco materno, da bambina, alla prima cheesecake, più grandicella, ormai tanto tempo è passato, e Chiara non avrebbe mai pensato che dalla laurea in giurisprudenza sarebbe finita a spadellare in tv. «Ricevo tantissime mail ogni giorno, ma le domande che mi fanno non sono quasi mai legate alle ricette. Mi chiedono “aiutami a cambiare vita, come hai fatto tu”, perché c’è tanta gente insoddisfatta del proprio lavoro, o stanca di avere un lavoro precario. Ma non tutti sono motivati, o hanno la caparbietà di provare e riprovare. Che poi l’umiltà è quella che impari dai grandi chef: quella di uno come Gualtiero Marchesi che ha cambiato la direzione della cucina moderna ed è ancora in grado, di fronte a un cuoco che ha creato qualcosa di nuovo, di dire “insegnami come si fa”. Io ad esempio vorrei sempre che qualcuno mi insegnasse come si fa la pasta con le sarde». Ma non è un piatto facilissimo? «Sarà perché non mi piace, mi viene sempre asciutta e poco saporita. Al gusto non si comanda. È come quando in trasmissione dobbiamo giudicare certe creazioni strampalate, cerchiamo sempre di essere gentili ma il nostro palato si ribella. Al gusto non si comanda».

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