Celtic-Rangers addio. Cattolici e protestanti non si sfideranno più



Guardando le immagini del 3-0 con cui il Celtic
ha umiliato i Rangers viene da gioire, ma con un filo di malinconia. La facilità con cui gli uomini di Lennon hanno avuto la meglio è stata incredibile, e così anche l’unica soddisfazione che mancava per festeggiare al meglio la vittoria del campionato con 6 giornate d’anticipo è arrivata. Ma le note disavventure finanziarie dei Gers portano con sé una domanda inevitabile: quello di ieri è stato l’ultimo Old Firm della storia, o per lo meno dei prossimi anni? In tanti se lo chiedono, in attesa di vederci più chiaro sul futuro dei Teddy Bears: tra amministrazione controllata e possibili cordate intenzionate a rilevare il club, ad oggi l’unica cosa certa è l’embargo al calciomercato per i prossimi 12 mesi, imposto dalla SPL. Ma in tanti paventano il rischio di retrocessione in Third Division quale punizione più giusta per una squadra che vanta un debito pari a quasi 28 milioni di euro, di cui 10,7 col fisco locale.

E se la federazione decidesse di usare la mano pesante, vorrà dire che il calcio scozzese perderà la sua squadra più titolata e con questa anche la partita più importante del suo calendario: l’Old Firm. Un match unico, su cui tanto si è scritto: il derby che si è giocato di più in assoluto (399 sono i precedenti), una partita dal valore unico perché non incarna solo due compagini calcistiche opposte, ma letteralmente due culture cittadine agli antipodi. I cattolici del Celtic (squadra nata dagli immigrati irlandesi a Glasgow a fine Ottocento) contro i protestanti-unionisti dei Rangers.



Qui sta l’origine di questa rivalità
, che anche l’altro giorno si è scatenata sugli spalti, soprattutto sulla sponda biancoverde. “Your day is coming” era il caustico striscione con cui i tifosi del Celtic salutavano la prossima fine dei nemici di sempre, con tanto di cavalli dell’apocalisse, bandierine a lutto e finte lapidi. Scene goliardiche comprensibili, anche se è lecito chiedersi se sia giusto esultare per la morte del club rivale. Non tanto per ragioni di buona creanza, quanto per lo spettacolo visto: quella rivalità è capace di offrire ogni volta partite straordinarie, combattutissime sia in campo sia sugli spalti, un match che non riesce a trovare eguali nel resto del mondo. Trecentonovantanove scontri che sono il vanto massimo del calcio scozzese, un campionato marginale che però può fregiarsi di una sfida così singolare, mossa da un’inimicizia che è letteralmente insita nelle nature di questi due club. Viene difficile pensare a una squadra senza l’altra.

In attesa quindi di capire se i Rangers saranno anche l’anno prossimo in Scottish Premier League, godiamoci le immagini di questo 3-0: la supremazia in campo degli uomini di Lennon, l’orgoglio sugli spalti dei tifosi ospiti, la festa dei supporters biancoverdi. Gustiamoci queste immagini, potrebbero essere le ultime di questa sfida unica.

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