Caso Strauss-Kahn: è complotto? Ecco tutti i particolari che non tornano

I difensori di Dominique Strauss-Kahn, accusato di violenza carnale ai danni di una cameriera di un hotel di New York, sostengono che c'è stato rapporto sessuale tra i due, ma consensuale. Anche perché ci sono molti dettagli che secondo i media francesi non confermano le tesi dell'accusa: ecco quali

Tre giorni dopo il clamoroso arresto di Dominique Strauss-Kahn per violenza carnale ai danni di una donna delle pulizie dell’Hotel Sofitel di New York la difesa del presidente del Fondo monetario internazionale non ha ancora rivelato la sua strategia difensiva, ma dai primi segnali che arrivano si capisce che sarà centrata sull’idea che quello fra il politico socialista francese e la dipendente del Sofitel sia stato un rapporto consensuale. Ciò lascerebbe la porta aperta all’ipotesi che Strauss-Kahn, le cui debolezze in materia di comportamenti sessuali erano note, sia caduto in una trappola escogitata per allontanarlo sia dall’Fmi che dalla corsa per le presidenziali francesi del 2012.

I media transalpini sono andati in questi giorni alla ricerca delle incongruenze negli atti di accusa contro il loro connazionale. E qualcosa hanno trovato. Strauss-Kahn è stato descritto come un uomo in fuga dall’hotel dopo l’incidente, ma è stato proprio lui a richiamare la portineria dall’aeroporto per cercare di recuperare un telefono cellulare (ne possiede almeno tre) lasciato nella suite dove aveva alloggiato, permettendo così alla polizia di localizzarlo ed arrestarlo. La polizia ha prima comunicato che la presunta aggressione aveva avuto luogo alle ore 13.30, poi ha modificato l’orario anticipandolo alle ore 12 circa: il check-out di Strauss-Kahn risulta essere avvenuto fra le 12.28 e le 12.38.

La personalità della vittima che ha denunciato l’aggressione sessuale – Nafissatou Diallo, un’immigrata guineana 32enne madre single di una figlia preadolescente – viene attentamente esaminata, anche se nessuno ha potuto parlare con lei. Un presunto fratello ha dichiarato che costei avrebbe appreso dell’identità e del ruolo prestigioso del suo aggressore solo dalla tivù, ma un giornalista di Le Figaro ha saputo da una delle cameriere del Sofitel che una foto di Strauss-Kahn era stata appesa nello spogliatoio del personale perché tutti i dipendenti fossero al corrente della presenza di un vip nella struttura. Manager e dirigenti dell’hotel continuano invece a rifiutarsi di parlare coi giornalisti, asserendo le esigenze di riservatezza dell’inchiesta giudiziaria, mentre in realtà nessuna legge americana impedisce loro di comunicare coi media. I difensori del presidente dell’Fmi affermano che si tratta di una tattica intimidatoria utilizzata dalla polizia e dal procuratore coi testimoni, che permette all’accusa di montare il suo caso indisturbata.

La vittima viene presentata come una modesta e disciplinata lavoratrice, molto apprezzata dalla direzione, musulmana praticante, profondamente scioccata dagli avvenimenti. I critici si chiedono perché sia entrata in una stanza il cui cliente non aveva ancora effettuato il check-out, in un hotel a 5 stelle dove il personale è sempre in grado di sapere se una camera è già stata liberata o meno. Si chiedono anche come sia possibile che una robusta donna di 32 anni alta 1 metro e 80 centimetri possa essere stata sopraffatta da un signore di 62 anni che, secondo il verbale della denuncia, avrebbe avuto il tempo e la possibilità di compiere sette diverse azioni sessuali violente subendo come unico danno qualche graffio al petto.

Secondo un sondaggio effettuato da Conseil Sondage Analyses, il 57 per cento dei francesi è convinto che Strauss-Kahn sia vittima di un complotto. La percentuale sale al 70 per cento fra i simpatizzanti socialisti. Secondo il 71,4 per cento dei lettori di Le Figaro (centrodestra), invece, la giustizia americana sta trattando in modo corretto l’affaire Strauss-Kahn.

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