Carceri: Regione Lombardia e Comune di Milano uniscono gli sforzi

In arrivo il garante dei detenuti. Bertolè (Pd): «La situazione è drammatica. Ma Comune e Regione, assieme, posso fare molto». Intanto, il 6 ottobre, il Consiglio comunale si svolgerà dentro le mura del carcere di San Vittore

Rimettere il tema della detenzione al centro del dibattito politico. E agire congiuntamente con un programma, molto concreto, di iniziative sul territorio milanese e lombardo. Con questo obiettivo la Commissione Speciale sul sistema carcerario di Regione Lombardia e il Comune di Milano si sono riuniti, per la prima volta congiuntamente, per confrontarsi sulle tematiche di reciproca competenza. «È un passo iniziale, molto importante» commenta a tempi.it Lamberto Bertolé (Pd), presidente della sottocommissione carceri a Palazzo Marino. «La situazione è drammatica, basti pensare che i suicidi in costante aumento, che non fanno nemmeno più notizia. Ed è urgente che le istituzioni programmino una serie di azioni coordinate. Il nostro impegno deve essere quello di far sì che le condizioni di detenzione non diventino un’ulteriore sanzione. Occorre ripartire dalle persone. E insieme si può fare molto».
Bollate, Opera, Beccaria, San Vittore. Quali sono le principali criticità delle case circondariali milanesi? «Bollate funziona molto bene, Opera sconta una struttura che risale agli anni Ottanta, il Beccaria ha un problema legato all’ala femminile, che è stata temporaneamente trasferita fuori città, causando grande disagio alle famiglie delle ragazze. Inoltre occorre rafforzare l’equipe educativa».
A San Vittore la situazione è molto critica, sia a livello di sovraffollamento che di spazi. «Vanno urgentemente ristrutturati. Abbiamo firmato un documento che sottoporremo ai rispettivi Consigli, per sollecitare il ministero in questo senso». Definitivamente accantonata l’ipotesi di spostare il carcere in periferia, «sia perché così prevede il Pgt, sia per una ragione simbolica: le ipotesi di dislocamento fuori città rischiano di nascondere un problema. Che invece c’è, a una passo dalle nostre vite di cittadini liberi, e va affrontato con decisione».

CONSIGLIO COMUNALE A SAN VITTORE. Il “percorso comune” avviato con la Regione fonda le sue basi sulla gestione delle risorse. «Attraverso il meccanismo delle commesse si può fare molto, soprattutto finanziando le cooperative di tipo B, quelle che si occupano del reinserimento lavorativo» spiega Bertolé. L’obiettivo generale è quello di creare una cabina di regia, utile a ottimizzare le risorse umane ed economiche. La speranza è che si concretizzi lo spirito che il 22 dicembre 2011 portò il Consiglio comunale ad approvare una mozione che impegnava il sindaco Pisapia «a deliberare la formazione di una Commissione tecnica ad hoc con competenze medico-sanitarie, di igiene edilizia e sicurezza degli impianti, per rilevare le condizioni di vita nelle carceri milanesi».
L’assessore Pierfrancesco Majorino si era impegnato a formare la Commissione, ma tale impegno è finora rimasto disatteso. Quando sarà finalmente costituita e operativa? Secondo Mirko Mazzali (Sel) presidente della commissione sicurezza, il Comune «ha fatto la sua parte» ed è auspicabile che entro dicembre divenga operativa. Intanto, il 6 ottobre, il Consiglio si riunirà direttamente all’interno delle mura di San Vittore. «Un appuntamento senza precedenti –spiega Mazzali – in cui sarà discussa la delibera che istituisce il Garante per i diritti delle persone limitate nella libertà».

IL GARANTE DEI DETENUTI. Dell’ipotesi di un Garante si parla da parecchi mesi. Si tratta di un organo di garanzia, terzo rispetto agli istituti penitenziari, che si occuperà di vigilare sui diritti dei detenuti. Il Garante promuoverà le opportunità di partecipazione alla vita civile e di fruizione dei servizi comunali delle persone private della libertà personale.
Un’iniziativa bipartisan che nasce da un problema ben preciso: il sempre più drammatico sovraffollamento carcerario, che rende difficile l’applicazione delle adeguate garanzie previste dalla legge. Tra i compiti previsti dal regolamento c’è anche la promozione di iniziative e di momenti di sensibilizzazione pubblica sul tema dei diritti umani. Più concretamente, potrà rivolgersi alle autorità competenti per avere informazioni o segnalare il mancato o inadeguato rispetto dei diritti.
«Non vogliamo fare un’operazione di immagine: ci interessa che questa figura abbia un profilo più che operativo» spiega Bertolè. «Per questo sarà nominato dal sindaco fra persone di indiscusso prestigio e di notoria fama nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani e nelle attività sociali, purché in possesso dei requisiti necessari per la nomina dei consiglieri comunali. Resterà in carica per tre anni e il suo incarico sarà rinnovabile non più di una volta». Basterà? «Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare anche la città. Pensiamo che il carcere non debba essere la maglia nera dell’agenda politica, non può essere una discarica sociale in cui le persone vengono marginalizzate. Per questo abbiamo deciso di fare il consiglio nel quarto raggio di San Vittore, quello che versa in condizioni più fatiscenti. Periodicamente andremo a visitare il carcere, l’impegno sarà costante. E cercheremo di far comunicare fra loro gli assessorati, superando la logica per cui ognuno si occupa solo del proprio pezzetto, senza interagire». 

@SirianniChiara

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