Carcere e detenuti, rettifica del ministero della Giustizia

Pubblichiamo la rettifica di Andrea Cottone, capo Ufficio stampa del ministero della Giustizia, al nostro articolo "Cose buone dal carcere"

Egregio Direttore, nell’ultimo numero di Tempi è contenuto l’articolo “Cose buone dal carcere”, firmato da Pietro Piccinini e online al link https://www.tempi.it/cose-buone-dal-carcere/, nel quale sono riportate alcune affermazioni palesemente false che ledono l’immagine dell’Amministrazione Penitenziaria.

I 60mila detenuti di cui parla il giornalista non vivono “22 ore al giorno in una cella di tre metri per tre”, non fanno “a turno con gli altri tre compagni per stare in piedi nell’unico fazzoletto di pavimento non occupato dalle brande”, non prendono “2 ore d’aria, una la mattina, una il pomeriggio, stipati con tutti gli altri carcerati dentro gabbie all’aperto che sembrano voliere da zoo”. Lo garantiscono la riforma seguita alla sentenza Torreggiani e il controllo di organismi sovranazionali.

Non è vero che “nelle galere italiane non si esce da quei buchi che sono le celle”, né che “se sono fortunati, durante il giorno i detenuti possono ciondolare un po’ nel piano di pertinenza”. La sorveglianza dinamica istituita nel 2013 prevede l’apertura delle celle per i detenuti in media sicurezza per almeno 8 ore al giorno, con possibilità di muoversi nella sezione e di usufruire di spazi più ampi per le attività.

È falso inoltre che “in tutto il paese sono meno di mille i carcerati che svolgono un lavoro vero per imprese sociali”. Nel 2018, 2.386 hanno lavorato alle dipendenze di terzi; senza contare i 4.500 che, a rotazione, hanno svolto lavori di pubblica utilità, formati da imprese esterne.

Infine, perché definire “secondini” gli agenti di Polizia Penitenziaria, tanto più che anche uno degli intervistati li chiama correttamente? Sarebbe importante che nel raccontare la bontà di iniziative come quella di Padova non ci si dimentichi di spendere una parola anche sull’impegno dell’Amministrazione e la professionalità dei suoi operatori.

Andrea Cottone, Capo Ufficio Stampa Ministero della Giustizia

Exit mobile version