Borse, Milano brinda se va in fumo la fusione tra Londra e Francoforte

La Commissione europea si è messa di traverso nella maxi fusione tra le Borse di Francoforte e Londra. L’Eurodistretto a Milano è forse oggi un passo più vicino

L’entusiasmo ha cominciato a diffondersi sin dalle prime ore della mattina. Con il diffondersi della notizia che la Commissione europea si è messa di traverso nella maxi fusione tra le Borse di Francoforte e Londra, ha cominciato a farsi largo la consapevolezza del peso che la Borsa italiana può assumere nel nuovo scacchiere del mercato dei capitali europeo.

LA FUSIONE. La fusione tra Londra e Francoforte è ormai ad alto rischio perché la Commissione europea ha posto come condizione al London stock exchange di cedere un asset strategico come la piattaforma di Borsa italiana per la contrattazione dei titoli di stato (ricordiamo che Piazza Affari è controllata dal London stock exchange). Questa piattaforma si chiama Mts ed è una delle più importanti al mondo per lo scambio di titoli di stato per un controvalore di quasi 100 miliardi di euro al giorno (di cui una buona parte relativo ai Btp italiani).

PUÒ SALTARE TUTTO. Ora, a quanto pare, Londra si oppone alla richiesta di cedere Mts (basti pensare che questa contribuisce per oltre un quarto ai ricavi del London stack exchange) dopo aver accettato invece di vendere le attività collegate al mercato del Clearing (derivati) gestite direttamente dalla City attraverso la Lch. A questo punto però le nozze con Francoforte (una fusione da 13 miliardi di euro), con l’obiettivo di dare vita al più grande mercato finanziario di Europa, rischiano di andare in fumo rimettendo in discussione tutto. Secondo l’avvocato Bepi Pezzulli, presidente del gruppo di lavoro Select che ha promosso il progetto per la nascita di un distretto finanziario a Milano, questa sarebbe una notizia più che positiva per l’Italia.

EURODISTRETTO A MILANO. E spiega perché: «Quando nel 2007, il London stock exchange group acquisì Borsa Italiana, l’asset strategico non era la borsa di Milano (basti pensare che tutto il listino capitalizza 380 miliardi, quanto la sola Exxon), bensì Mts, Cassa di Compensazione e Garanzia, e Monte Titoli, cioè l’infrastruttura del mercato». Questo perché «il mercato dei titoli di stato e il clearing hanno la funzione di consentire la gestione del rischio sistemico e lo sviluppo del mercato bancario. Attività, che per intenderci, hanno la stessa valenza strategica di settori quali difesa ed energia».
Va detto che Select Milano, ha sostenuto fin da tempi non sospetti che essendo l’infrastruttura di mercato italiana nelle mani dell’Lse, esiste un incentivo a trasferire il mercato dell’Eurocleaning a Milano, che, a differenza di Francoforte e Parigi, non compete contro Londra e non ne minaccia il ruolo. «Milano è al contrario complementare con Londra e può fornirgli una piattaforma nell’eurozona per risolvere il tema Brexit», afferma Pezzulli, secondo il quale emerge con chiarezza la direzione degli eventi: Londra mercato globale, Milano mercato regionale. L’Eurodistretto a Milano è forse oggi un passo più vicino.

@mrosariamarche2

Foto Ansa

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